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Questo articolo è stato pubblicato il 11 febbraio 2011 alle ore 06:43.
«A titolo personale, mi fa piacere sapere che il centro del mercato del reddito fisso rimarrà Milano. Peccato che né il precedente management né quello attuale di Borsa possano vantarsi di aver costruito questo mercato». È caustico il commento di Gianluca Garbi, per anni alla guida di Mts fino a portarlo nell'orbita di Euronext, convinto che avesse senso per i mercati italiani confluire in un progetto federativo dell'eurozona.
Le cose però sono andate diversamente.
Euronext creò una joint con Borsa italiana, che fu caldeggiata come partner da Banca d'Italia. Nei patti era prevista una call in caso di cambio di controllo di una delle due parti. Capitò prima a Euronext, che si fuse con il Nyse, e Borsa italiana esercitò l'opzione.
Borsa italiana era stata in trattative con Euronext per entrare nel polo. Non se ne fece nulla, perchè forse era percepito un rischio "marginalizzazione".
Per quanto ricordo, l'ipotesi era quella di assegnare un peso analogo a tutti i mercati partecipanti. Euronext non ebbe il coraggio di fare un'offerta, perchè il management di Borsa italiana l'avrebbe considerata un'operazione ostile.
Ok, comunque è acqua passata. Ora Milano è con Londra e domani anche con Toronto.
Sì, ma quello che sta accadendo sulle Borse dimostra che l'acquisizione di Borsa italiana da parte dell'Lse è stata e rimane un'operazione negativa per l'Italia. Mentre dall'altra parte si sta creando la Borsa dell'euro con Lisbona, Bruxelles, Amsterdam, Parigi e Francoforte: rimane fuori, anche se credo per poco, solo Madrid. Nel polo con Toronto, le banche italiane escono dal consiglio e dei tre italiani che rimarranno su 15 amministratori in totale, uno riporta funzionalmente al ceo dell'Lse Xavier Rolet. Come operazione di mercato l'integrazione fra Londra e Toronto ha assolutamente senso e va incontro agli interessi degli azionisti. Ma come operazione di sistema è uno schiaffo alle autorità europee ed è un ulteriore passo indietro verso un maggiore coordinamento dell'area dell'euro. Avere il mercato dei capitali italiano gestito dagli inglesi, che non hanno mai voluto entrare nell'euro, non è positivo.