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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2011 alle ore 13:07.
La città è la stessa, Milano, prossimo teatro delle elezioni amministrative cui entrambi puntano per rilanciare ambizioni e progetto. Come pure il bersaglio delle critiche che, nel giorno della protesta del popolo viola e della manifestazione organizzata dal direttore del Foglio, Giuliano Ferrara, non poteva che essere il premier Silvio Berlusconi. Così il segretario del Pd Pierluigi Bersani e il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini tornano a suonare la carica contro il Cavaliere.
Il leader Pd: Berlusconi faccia un passo indietro
Il primo lo fa aprendo la campagna elettorale di Giuliano Pisapiain corsa per la poltrona di primo cittadino del capoluogo lombardo. «Abbiamo ambasciatori in lacrime - avverte il leader dei democrats - imprenditori che telefonano e raccontano le barzellette che sentono nel mondo. Berlusconi deve fare un passo indietro». Anche Casini lancia l'affondo ma indirettamente chiamando in causa Ferrara e la sua iniziativa. «Siamo passati dalle manifestazioni per la vita di Giuliano Ferrara - ironizza il numero uno dellìUdc - a quelle che hanno nelle mutande (esposte all'interno del teatro Dal Verme, sede della manifestazione, ndr) il loro simbolo: credo che questo paese stia andando a fondo».
Bersani: a Milano si vince. Il terzo polo cerca il candidato
Poi l'attenzione di entrambi vira sulla prossima tornata elettorale. Bersani è sicuro dell'affermazione del Pd. «A Milano si vince - spiega il segretario del Pd - perché credo ci sia un'esigenza di voltare pagina, ancora non del tutto espressa ma che credo verrà fuori». E anche Casini prova a sintonizzare le frequenze sulle elezioni di primavera anche se il candidato del nascente terzo polo ancora non c'è. Lui però assicura che la quadra sarà trovata la prossima settimana. Il nome che circola nelle ultime ore è quello di Salvatore Carrubba, già assessore nella prima giunta Albertini, ma Casini non ne fa cenno. Si augura invece «che ci siano segnali di novità che possano caratterizzarlo, c'è bisogno di qualcosa di nuovo, di aria fresca, magari anche di persone che non hanno una esperienza fortissima ma che rappresentano una novità che c'è a Milano e nella società civile».