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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2011 alle ore 19:48.
"Oggi è stato un colpo duro, duro, duro". Sta nell'enfasi con cui il capitano della Nazionale italiana di rugby, Sergio Parisse, ha riassunto il suo stato d'animo, al termine della partita persa per 59 a 13 con l'Inghilterra, l'atmosfera che regna tra gli azzurri all'uscita dagli spogliatoi di Twickenham, il tempio della palla ovale. Anche se per il numero otto italiano "questo non è uno dei giorni più tristi della mia vita, è molto brutto e sono molto deluso", continua, sottolineando che anzi "siamo tutti delusi", facendo riferimento ai suoi compagni di squadra.
L'Italia vista oggi contro gli inglese sembrava l'ombra di se stessa, lontana anni luce dalla squadra che solo una settimana fa ha "rischiato" di vincere contro l'Irlanda, arrendendosi solo nei minuti finali per 11 a 13. "Mentalmente non ci siamo stati", aggiunge il capitano, e Mirco Bergamasco rincara la dose: "Penso che sia mancata l'aggressività che abbiamo mostrato di avere la settimana scorsa". Infatti, nota il tre quarti azzurro "siamo stati meno reattivi di una settimana fa, abbiamo subito l'impatto degli inglesi". In sintesi: "È stata una brutta prestazione", conclude, senza però dimenticare che "il Sei Nazioni non è finito, ci sono ancora tre partite e dobbiamo cercare di rialzare la testa".
Non usa mezzi termini anche Andrea Masi, per il giocatore aquilano "è stata una doccia fredda", con "un mix di problemi fisici e mentali" che non hanno permesso agli azzurri di mostrare lo stesso gioco visto allo stadio Flaminio con l'Irlanda. Di fronte alla convinzione che "non c'è nulla da salvare di questa partita", comunque gli azzurri, aggiunge infine Masi ritengono che di essere "più forti di quanto visto oggi in campo". Per l'altra ala, la vera Italia è stata quella di una settimana fa, non quella di oggi. I tifosi della palla ovale italiana devono sperare che se ne ricordino tra quindici giorni, quando davanti al XV di Nick Mallett ci sarà il Galles.