Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2011 alle ore 12:53.
di Marco Cacciotto* Dalla tre giorni di Futuro e Libertà ci si aspetta di capire se si tratta di una delle tante "meteore" nate durante la lunghissima transizione iniziata con Tangentopoli oppure di uno dei soggetti del futuro sistema politico italiano. Mani Pulite ha, infatti, fatto crollare i partiti della prima repubblica (che, non dimentichiamo, dimostravano già da anni segnali di cedimento nel consenso), ma ad essi non si è sostituito un nuovo sistema stabile e con partiti dall'identità ben definita. Basti pensare che tra le elezioni politiche del 2006 e quelle del 2008 sono scomparsi i primi quattro partiti italiani (Forza Italia, Democratici di Sinistra, La Margherita e Alleanza Nazionale) e si sono formate due nuove formazioni politiche, Popolo della Libertà e Partito Democratico, che a poco più di due anni dalla nascita perdono consensi e sembrano più soggetti a scissioni che a nuove aggregazioni.
Fli dovrà chiarire al più presto il suo posizionamento Dal punto di vista del marketing politico Futuro e Libertà dovrà spiegare agli italiani qual è il suo posizionamento: si tratta di un partito che raccoglie l'eredità di Alleanza Nazionale o di una formazione liberale sul modello, ad esempio, della Fdp tedesca? Se la base del partito che si è vista finora negli appuntamenti pubblici è di gran lunga proveniente da An, le dichiarazioni degli esponenti di punta (a partire da Fini naturalmente) su molti temi sono invece molto più in linea con un partito liberale, laico e moderno. La Fdp ha basato il suo successo sulle caratteristiche del leader (l'attuale vicecancelliere Guido Westerwelle) e su posizioni pro-mercato in economia e liberal sui temi dei diritti civili con un programma basato su "meno tasse, più educazione, più diritti". Fini ha fatto della legalità uno dei temi chiave della nuova formazione, ma non manca di spiazzare tutti su temi come l'integrazione degli immigrati portando avanti posizioni difformi dalla tradizione del centrodestra italiano.
I colori del simbolo non sciolgono il dubbio I colori scelti dalla nuova formazione non risolvono il dubbio: i partiti liberali europei hanno come colori principali il blu e il giallo, mentre Fli ha scelto il blu e il verde in una tonalità "acida" che ricorda il nuovo partito conservatore di Cameron (che non bisogna dimenticare cambiò colori e simbolo al partito per sottolineare e rendere credibile il cambiamento da lui apportato). Non si tratta di un elemento accessorio: il simbolo, il brand di un partito deve evocare nella mente e nel cuore degli elettori, immagini e sentimenti specifici che si vuole associare alla formazione politica. Per essere efficace deve includere un'identità di lungo periodo e percezioni di carattere psicologico. L'adozione della quercia (albero che simboleggia la giustizia) al posto della tradizionale mano con la fiaccola (della libertà), un blu più tenue e l'uso del verde sottolineavano la svolta modernizzatrice del nuovo partito di Cameron, che faceva dei temi ambientali uno dei cavalli di battaglia.
Obiettivo: essere un soggetto cardine di un nuovo centrodestra La coerenza era rafforzata dallo stile di vita del nuovo leader, che usava la bicicletta e i mezzi pubblici al posto dell'auto. La scelta di Fli sarà di posizionarsi in attesa di un nuovo sistema politico post Berlusconi come soggetto cardine di un nuovo centrodestra (e di guardare al partito popolare europeo) o di riuscire ad essere decisivo per qualsiasi coalizione come è stato per i liberali tedeschi che prima della nuova leadership di Westerwelle hanno governato per trent'anni con percentuali tra il 5 e il 7%? Nel panorama italiano finora guardano tutti al partito popolare europeo e fino a questo momento nessuno ha puntato all'eredità elettorale dei partiti laici della prima repubblica. Può farlo Fli?
Il calo di consensi è fisiologico Il calo nei consensi da parte della formazione di Fini è fisiologico dopo l'effetto novità, ma viene ora il momento decisivo: attraverso un messaggio chiaro e forte Fli deve consolidare la sua attuale base elettorale per poi partire verso un'espansione della stessa. Per farlo deve trovare una "posizione", uno spazio libero nel mercato elettorale o, meglio, nella mente degli elettori. L'espansione verso nuovi target può avvenire attraverso il ricorso a elementi emotivi (immagine del candidato, appello ai valori), oppure a elementi più razionali (programma e posizione su singoli temi), ma deve essere condotta attentamente per evitare di perdere propri elettori nel tentativo di allargare la base elettorale.
Il fallimento del Pd rispetto a nuovi target Il partito Democratico ha finora fallito proprio in questa operazione: nato per andare oltre la semplice somma di Democratici di Sinistra e Margherita, con l'obiettivo di diventare il primo partito italiano e conquistare gli elettori moderati, ha invece dapprima prosciugato i partiti alla sua sinistra (fenomeno che nel 2008 ha mascherato in termini percentuali la perdita di elettori "centristi" ex margherita) e ora sta subendo la crescita di Sinistra ecologia e libertà (Sel), la formazione guidata da Vendola.
Marchio e leader non sono elementi accessori A chi si rivolge Fli? Quale sarà il suo ruolo all'interno del Polo della Nazione? Il posizionamento avviene attraverso la scelta dei cittadini a cui rivolgersi (segmentazione) e la capacità di dare risposte ai loro bisogni. Per questo motivo leader, marchio e colori adottati non sono elementi accessori. Si tratta di scorciatoie cognitive che permettono immediatamente di farsi un'idea: non si tratta ovviamente di costruire partiti di plastica, ma semplicemente di enfatizzare o di modificare singoli aspetti del proprio prodotto (costituito da immagine del partito e programma politico).
Temi e parole chiave tasselli strategici Un prodotto nuovo deve dimostrare di essere differente da quelli pre-esistenti, di poter far meglio ciò che altri già fanno o trovare uno spazio libero (come è stato per la Lega con il federalismo o con Forza Italia di fronte alla scomparsa della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista). Saprà Fli interpretare la delusione di una parte degli elettori moderati e da lì partire per espandere la propria posizione nel mercato elettorale? Per farlo dovrà trovare i temi e le parole giuste per creare un sentimento di appartenenza nei confronti del nuovo soggetto, per aiutare gli elettori potenziali a identificare immediatamente i valori del partito e distinguerlo dalle altre forze politiche concorrenti.
* Marco Cacciotto è consulente e analista politico, insegna marketing politico e public affairs presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Milano