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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2011 alle ore 18:26.
Si ispirano ai "cacerolazi" che nel 2001 portarono in piazza la protesta argentina contro il blocco dei conti bancari. Oggi come allora ci sono pentole, coperchi e mestoli, ma l'obiettivo è cambiato. Perché da Milano a Roma, scendendo giù fino a Napoli, il popolo viola guarda oltreoceano solo per mutuare gli strumenti della protesta, mentre gli slogan e i cartelli sono tutti dedicati al premier Silvio Berlusconi. Così oggi pomeriggio ventinove piazze di altrettante città italiane, più sei estere, hanno accolto la manifestazione organizzata dal popolo viola per chiedere le dimissioni del premier.
A Roma manifestanti intonano l'inno di Mameli
Nella capitale il cuore dell'iniziativa è a piazza Santi Apostoli dove i manifestanti innalzano cartelli con il volto del Cavaliere dietro le sbarre o con la scritta «Berlusconi indegno». Ma c'è spazio anche per i pm milanesi perché tra la folla c'è anche chi inneggia a Ilda Boccassini. «Il vostro mito è Ruby, il nostro è Ida», recita uno dei cartelli. La protesta va in scena a pochi metri da palazzo Grazioli, residenza romana del premier, ma il servizio d'ordine predisposto attorno al settore della piazza occupato dai manifestanti, ha assicurato il pacifico svolgimento dell'iniziativa. Nella piazza a un certo punto compare anche una bandiera leghista con il sole padano e la protesta risponde intonando l'inno di Mameli.
Pentole e coperchi traslocano dal tribunale di Milano
Slogan contro il premier e circa 200 manifestanti replicano la manifestazione anche a Milano in piazza Fontana. Inizialmente l'appuntamento era stato fissato davanti al tribunale, ma l'iniziativa è stata poi spostata per evitare incidenti con il gazebo del Pdl predisposto nel piazzale antistante il palazzo di giustizia. Circa cinquanta manifestanti si sono però staccati dal presidio di piazza Fontana e diretti verso il tribunale.
A Napoli in piazza anche i comitati antidiscarica
A Napoli, invece, l'appuntamento del popolo viola è a piazza del Gesù e ci sono anche i comitati antidiscarica di Chiaiano e Terzigno. «Questa forma di protesta ha precedenti in Argentina - spiega una delle promotrici, Anna Mazza - cerchiamo anche così di portare la voce critica del territorio, preoccupati da tutto ciò che accade». Manifestano, dicono gli organizzatori, per il diritto al lavoro, allo studio, all'informazione, alla salute. E, soprattutto, in difesa della Costituzione. «Viene svuotata metodicamente del suo valore, dei suoi contenuti», ha aggiunto Mazza. (Ce. Do.)