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Questo articolo è stato pubblicato il 12 febbraio 2011 alle ore 18:00.
PARIGI - Parigi o Versailles? I 193 membri del comitato direttivo della federazione francese di tennis saranno chiamati domani a pronunciarsi sullo stesso tema che già 350 anni fa appassionò, e divise, la corte di Luigi XIV.
Oggetto molto meno nobile dell'odierna contesa sono gli Internazionali di Francia, uno dei quattro tornei del grande slam, più noto al grande pubblico come Roland Garros, dal nome del centro sportivo della Porte d'Auteuil, nel très chic sedicesimo arrondissement della capitale.
Il problema nasce dall'inadeguatezza dell'attuale impianto: 8,5 ettari di estensione rispetto ai 14,5 di Flushing Meadows (dove si gioca l'Us Open) e i 20 di Melbourne Park (Open d'Australia) e di Wimbledon; pochi campi e soprattutto pochi "stadi", nessuno dei quali coperto. Mentre l'Australia, certo il sito più all'avanguardia, ha cinque stadi in grado di accogliere da 3 a 15mila spettatori, due dei quali con un tetto mobile (e un terzo già previsto con ulteriori investimenti per 271 milioni). Wimbledon ha un centrale con il tetto e gli americani ci stanno pensando.
In vista della scadenza del contratto con il Comune (2015), la federazione ha da tempo cominciato a riflettere sull'opportunità di lasciare Parigi per poter disporre di spazi tali da realizzare un centro in grado di rivaleggiare, come livello di accoglienza e qualità delle strutture, con gli altri grandi tornei del mondo.
All'inizio il sindaco Bertrand Delanoe ha snobbato il dossier, convinto che il suo progetto di limitato ampliamento del Roland Garros (costruzione di un nuovo stadio seminterrato utilizzando parte dell'area delle serre d'Auteuil, copertura di due stadi e ampliamento fino a 13,5 ettari durante il torneo sfruttando temporaneamente ancora i giardini di Auteuil) fosse largamente sufficiente a evitare la delocalizzazione. E scommettendo sul formidabile marchio "Parigi", appoggiato in questo da tutti i principali sponsor.
Ma poi i progetti alternativi hanno cominciato a prendere forma e attrattività, il capitano di Davis Guy Forget si è espresso per una nuova sede e soprattutto si è concretizzata l'ipotesi Versailles. Che quanto a immagine internazionale ha le sue carte da giocare, per non dire di quelle storiche visto che il Jeu de paume, l'antenato del tennis, è nato proprio lì.