Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2011 alle ore 14:04.

My24

«Toni bassi» ha raccomandato il capo dello stato. E i toni saranno un po' più bassi fino alla decisione del Gip Cristina Di Censo sul caso-Ruby, prevista per martedì, mercoledì. «Difendersi nel processo», seguendo le procedure e confidando nelle garanzie previste dalla legge e dalla Costituzioni, ha ripetuto Giorgio Napolitano. Ma se il Gip dirà sì al giudizio immediato, contro i magistrati di Milano si preannuncia una lunga guerra mediatica, politica e parlamentare nonché una guerriglia processuale a colpi di «legittimi impedimenti» e di «conflitti tra poteri».

L'obiettivo di breve periodo del premier è ottenere il trasferimento dell'indagine al Tribunale dei ministri. Se il Gip dovesse decidere così, a chiudere definitivamente la partita ci penserà il centrodestra, votando no alla richiesta di autorizzazione a procedere prevista per i reati ministeriali. Per Berlusconi sarà un processo in meno di cui occuparsi: il 28 febbraio riprende Mediaset-diritti tv (frode fiscale), il 5 marzo Mediatrade (appropriazione indebita e frode fiscale), l'11 Mills (corruzione giudiziaria). Quello su Ruby sarebbe il quarto (concussione e prostituzione minorile) e, se la Di Censo dirà sì al rito immediato, potrebbe partire ad aprile. Quattro processi da celebrare «in tempi ragionevoli», ma compatibilmente con gli impegni di governo di Silvio Berlusconi e con quelli parlamentari dei suoi legali Niccolò Ghedini e Pietro Longo. Per arginare l'offensiva dei «legittimi impedimenti», le udienze potrebbero essere "concentrate" il lunedì e il sabato, visto che negli altri giorni c'è il rischio che l'imputato e i suoi difensori eccepiscano di essere occupati nelle rispettive funzioni di premier e di parlamentari. Ma la concentrazione rischia di determinare un ingorgo giudiziario e di dare agli avvocati l'occasione per chiedere rinvii a causa di eventuali udienze concomitanti (quindi, sempre per «legittimo impedimento»).

La guerriglia processuale serve a Berlusconi per prendere tempo, in attesa del «processo breve», su cui il Pdl sta accelerando e che spazzerebbe via subito i tre dibattimenti Mills, Mediaset e Mediatrade. E metterebbe un'ipoteca sul processo Ruby dove, per allungare i tempi, già si prevede una lunga sfilata di testimoni della difesa, che potrebbe diventare lunghissima se nel «processo breve» finissero alcune norme del ddl Alfano sul processo penale fermo al senato. La guerriglia processuale potrebbe comportare anche il ricorso massiccio al conflitto tra poteri, ogni volta che il giudice non dovesse riconoscere un «legittimo impedimento» del premier.
Più complessa la partita nel caso-Ruby. Se il Gip conferma il rito immediato, rinvia Berlusconi a dibattimento e da quel momento i suoi avvocati possono cominciare a confezionare il conflitto tra poteri, contestando la decisione del Gip e chiedendone la nullità. A sollevare il conflitto dovrebbe essere la Camera, poiché la sua sfera di attribuzioni sarebbe stata lesa dalla decisione del Gip che l'ha espropriata del (presunto) potere di stabilire la natura ministeriale del reato e di dare l'autorizzazione a procedere. Ad attivarla dovrebbe essere Berlusconi, con una lettera al presidente Fini, poi girata alla giunta per le autorizzazioni, che delibera il conflitto. Ma a decidere se far votare la proposta della giunta dall'aula è l'Ufficio di presidenza di Montecitorio, dove Pdl e Lega non hanno la maggioranza. Il conflitto rischia quindi di impantanarsi. Di qui l'alternativa allo studio del Pdl di far sollevare il conflitto al governo, anche se c'è il rischio che la Consulta lo dichiari inammissibile per mancanza dei presupposti giuridici.
Al di là del conflitto, Ghedini e Longo eccepiranno l'incompetenza fin dalle battute preliminari del dibattimento, per ottenere dal Tribunale lo stop e la nullità degli atti. E non escludono di sollevare anche una questione di legittimità costituzionale che, se accolta, sospenderebbe il processo fino alla decisione della Consulta, a differenza del conflitto

Shopping24

Dai nostri archivi