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«Subito impegni precisi sulle nuove auto»

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Questo articolo è stato pubblicato il 13 febbraio 2011 alle ore 14:00.

TORINO
Dell'incontro di ieri il governatore del Piemonte Roberto Cota (Lega Nord), forse, ne avrebbe fatto anche a meno. Anche perché il leader che dopo meno di un mese dalla sua elezione si faceva fotografare abbracciato all'amministratore delegato della Fiat da tempo ormai non nasconde la sua simpatia: «Sa, ho imparato a conoscere Sergio Marchionne, penso di averne capito i suoi schemi di ragionamento. E lo considero una persona affidabile». Motivo per cui la riunione di ieri tanto indispensabile probabilmente non era: «Almeno, però, contribuirà a zittire le chiacchiere inutili per qualche settimana». Finché non arriverà una nuova battuta provocatoria con la consueta valanga di reazioni. «Vorrà dire che allora di tavolo ne convocheremo un altro», scherza il governatore.
Comunque, se c'è da dare un giudizio sulla giornata di ieri, il bilancio è positivo: «Sono arrivate conferme importanti». Anche per il territorio, fa notare Cota, perché «su Mirafiori, ad esempio, nulla cambia rispetto a quanto annunciato nei mesi scorsi. Dunque arriveranno il miliardo e 300 milioni di investimenti promessi». Certo nessun accenno è arrivato sui tempi dell'operazione, ma il governatore è ottimista: «L'allestimento delle nuove linee dovrà iniziare al più tardi entro maggio-giugno, altrimenti non si farà in tempo ad avviare la produzione delle nuove vetture entro la seconda metà del 2012». A proposito di vetture: notizie sui nuovi modelli, punto dolente secondo i più critici della gestione Marchionne? «Abbiamo provato a chiedere delucidazioni», assicura Cota, ma la rispostaI dell'ad pare sia stata tranchant: «Ci ha ricordato che le strategie sui prodotti sono una prerogativa dell'azienda». E le vostre, di prerogative? «Creare le migliori condizioni in termini di ricerca, innovazione e qualità del lavoro, come stiamo facendo in Piemonte», dove tra l'altro in settimana dovrebbe essere rinnovata la convenzione tra Fiat e Politecnico di Torino per i corsi in ingegneria dell'auto. «Poi ci tocca vigilare sull'attuazione dei piani», ricorda ancora Cota. E qui il lavoro non manca. Perché se per Pomigliano e Mirafiori i percorsi sono chiari, su molti altri stabilimenti si naviga ancora a vista. In Piemonte, ad esempio, c'è in ballo il destino delle carrozzerie ex Bertone, tuttora nell'ombra nonostante l'intenzione di investire 500 milioni. Sul governo, invece, pesa ancora l'accusa di un atteggiamento troppo remissivo rispetto al Lingotto. «E che cosa poteva fare di più? Si tratta della solita critica strumentale da parte dell'opposizione. Marchionne non ha chiesto aiuti di stato, ma solo un buon clima per fare impresa. Più che cercare di legarlo a obblighi che non ha, a noi tocca dare un contributo importante per alleggerire la tensione, e de-ideologicizzare il clima intorno alle imprese e i lavoratori: solo così potremo avere più chiarezza sui prossimi passi del piano Fabbrica Italia».

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Tags Correlati: Chrysler | Fiat | Fusioni e Acquisizioni | Lega | Roberto Cota | Sergio Marchionne | Torino

 

All'ordine del giorno di ieri, anche il futuro riassetto del gruppo, con la possibilità di trasferire tutta o un pezzo della testa del gruppo lontano da Torino. Preoccupati? «Per ora no. Le risposte che abbiamo ricevuto sono incoraggianti. Però certo a noi tocca trovare tutti i modi per imbrigliare l'azienda, ancorarla al territorio». Quindi ormai vi siete arresi all'idea che anche un pezzo della testa del gruppo, soprattutto in caso di fusione con Chrysler, è destinato a lasciare Torino. «Non possiamo fare finta che la globalizzazione non esista. Quello che non accettiamo è la logica di una mera delocalizzazione, e in questo senso ci battiamo perché, oltre alla produzione garantita dagli investimenti, l'Italia resti anche un importante centro decisionale per l'azienda». Direzione, ingegneria, stile? «Un po' di tutto questo. Purché sia ad alto valore aggiunto. È fondamentale, per il Piemonte e più in generale per l'Italia, che Fiat rimanga un motore d'innovazione per il sistema produttivo e l'università. È per questo che io spero che tra dieci anni si continuino a produrre qui i motori più avanzati, e che il paese si confermi come la piattaforma produttiva per le auto di piccola taglia».
Intorno alle quattro di ieri pomeriggio Roberto Cota era già di ritorno in Piemonte. Invece da lunedì viaggerà su un'auto nuova. Un'Alfa Romeo 159 grigia metallizzata, che andrà a sostituire la vecchia Volvo station wagon che l'ha accompagnato in campagna elettorale, mandata in pensione con 270mila chilometri sulle spalle. Da una Volvo al Biscione, come a confermare che la Lega, oggi è ufficialmente marchionnista? «Noi stiamo dalle parte di tutte le aziende che investono e creano lavoro, per noi la Fiat vale come l'officina sotto casa». Però Marchionne le sta più simpatico di un anno fa, non è vero? «Prima non lo conoscevo, adesso sì. E devo ammettere che non mi dispiace».
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