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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2011 alle ore 16:16.

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Dai tetti di Teheran risuona il grido di guerra dei giovani iraniani: morte al dittatore, Allah Akbar. E poi gli slogan:"Mubarak, Ben Alì ora tocca ad Seyed Alì, cioè Alì Khameni, la guida suprema dell'Iran. E l'agenzia Fars parla di un morto, decine di feriti e 250 arresti. I giovani iraniani vogliono il cambio di regime non la sola caduta di Ahmadinejad.

25 BHAMAN, 14 febbraio. Questa era la data della manifestazione indetta dall'Onda Verde iraniana a sostegno del popolo egiziano e tunisino. Una manifestazione subito trasformatasi in rivolta contro il preisidente Mahmud Ahmadinejad e la guida suprema Ali Khamenei. Su youtube girano filmati con cassonetti bruciati e gettati in mezzo alle strade di Teheran per bloccare il traffico, immagini di scontri tra manifestanti e polizia nella capitale che si sono susseguiti per tutta la giornata nel caos più totale.

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«Gli scontri proseguiranno anche durante la notte» riferiscono fonti dell'Onda Verde da Teheran, e non solo nei quartieri a Nord, dove è più forte l'opposizione al regime. «Migliaia di persone hanno marciato nel centro città» racconta un producer della Bbc, che ha detto di aver inalato gas lacrimogeni. Diversi manifestanti sono stati arrestati dalla polizia.
Una fonte citata dalla Reuters, una delle poche agenzie internazionali ancora presenti nel paese, ha detto che migliaia di persone hanno sfilato come previsto in silenzio, senza scandire slogan e che le forze di sicurezza hanno sparato lacrimogeni per disperderle vicino alla piazza Imam Hossein.

Tentativo di suicidio anti regime a Teheran
Un uomo è salito lunedì mattina su una gru nel centro di Teheran e ha invitato la popolazione a partecipare alle manifestazioni di protesta, ma è stato arrestato. Secondo il sito internet dell'emittente britannica. Il corrispondente, Mohsen Asgari, ha precisato che l'uomo ha minacciato di suicidarsi se la polizia si fosse avvicinata, ma è stato arrestato. In precedenza alcuni siti riformisti locali avevano detto che si trattava di una giovane donna.
Chi sarà il prossimo a cadere dopo Ben Ali e Hosni Mubarak ?
Le proteste di luned' 14 febbario a Teheran parlano da sole. Con molta probabilità sarà l'Iran di Mahamoud Ahmadineajd, secondo l'Onda verde, il movimento riformista che nel giugno 2009 per la prima volta osò far tremare alla fondamenta il regime komeinista, il più inossidabile del Medio Oriente.

Dopo l'Egitto torna l'Onda verde?
Dopo un anno e mezzo di repressione feroce Thomas Erdbrink, giornalista del Washington Post, non ha dubbi che l'Onda verde di Mehdi Karroubi e Mir Hussein Moussavi risorgerà come un'araba fenice dalle sue ceneri: sebbene il governo iraniano abbia accolto con favore le rivolte egiziane e tunisine, Teheran ha rifiutato il permesso di manifestare a sostegno di questi due popoli in Iran. «La contraddizione – dice Thomas Erdbrink - è evidente. Anche John McCain, senatore dell'Arizona e ex candidato repubblicano per le ultime elezioni presidenziali, ritiene che le rivolte in Medio Oriente non si fermeranno a Tunisia ed Egitto e punta il dito sull'Iran.
Una speranza di chi vede nell'Iran un errore strategico della presidenza di Jimmy Carter che dopo 32 anni sanguina ancora a Washington? Forse ma l'Onda verde è prudente e ha fatto sapere già da venerdì che non voleva «infiltrati» nelle manifestazioni di lunedì 14 febbraio come aveva anticipato nel sito Kalameh.com. Sabato scorso la Casa Bianca ha invitato Teheran a permettere libere assemblee. «Il Governo iraniano ha dichiarato illegali per gli iraniani ciò che ha dichiarato legittimo per gli egiziani» ha detto Thomas E. Donilon, consigliere per la sicurezza nazionale dell'amministrazione Obama.

La Facebook generation a Teheran
Si sta verificando quello che da lungo tempo i consiglieri suggeriscono a Washington: non puntare sulla questione nucleare ma sulle libertà civili per spaccare il fronte conservatore iraniano che è tutt'altro che compatto con Larijani che non aspetta altro che regolare i conti con Ahmadinejad.
È la Facebook generation il miglior alleato dell'Occidente a Teheran. Dopo 20 mesi di dura repressione i giovani iraniani dell'Onda Verde non sono ancora domi e rivendicano il primato di essere stati i primi a sfidare la repressione in nome di libere elezioni. Solo restituendo il libero voto (dov'è il mio voto chiedevano gli studenti iraniani nel giugno 2009) agli iraniani, Neda Aghan Soltan, l'icona della protesta, non sarà morta invano.

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