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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2011 alle ore 16:30.
Come sarà il mondo nel 2030? Se ne discuterà, almeno per quel che riguarda l’energia, questa sera, nell’ambito di un convegno organizzato a Milano dall’Istituto Bruno Leoni in collaborazione con la ExxonMobil. Lo spunto per la discussione – a cui parteciperanno Massimo Beccarello (Università di Milano Bicocca), Alberto Biancardi (responsabile energia dell’Arel e neo-nominato commissario dell’Autorità per l’energia), Franco Bruni (Università Bocconi) e Rosita Carnevalini (Autorità per l’energia) – viene dalla presentazione del rapporto annuale “Outlook for Energy: A View to 2030” i cui risultati saranno illustrati da Todd Onderdonk.
Il rapporto, potendo far leva sulle conoscenze e le informazioni interne della più grande corporation privata al mondo per capitalizzazione di borsa, esprime autorevolmente una visione di quello che può essere il probabile futuro, e va in questo confrontato con altre indagini simili effettuate sia da soggetti privati, sia pubblici (come l’Agenzia internazionale per l’energia e l’Energy Information Administration americana). La visione d’insieme è quella di un mondo che, a dispetto della flessione nei consumi registrata durante la crisi ancora in corso, continuerà a consumare sempre più energia: è previsto un aumento del 35 per cento della domanda da qui al 2030. Tale aumento, però, non sarà distribuito allo stesso modo in tutti i paesi. Anzi, Exxon registra un pianeta a due velocità: mentre nell’Ocse la domanda è destinata a stagnare, nei paesi non Ocse è prevista un’esplosione addirittura del 70 per cento. Tale differenza non è spiegabile semplicemente con le diverse (e ragionevoli) assunzioni riguardo ai tassi di crescita, ma ha anche ragioni tecnologiche: nel mondo industrializzato, la tendenza naturale verso l’aumento dei consumi sarà temperata da una sempre maggiore efficienza, frutto in parte delle politiche, in parte del fatto che il livello di ricchezza e di reddito è tale da consentire investimenti in questa direzione. Anche il mondo in via di sviluppo tenderà a essere più efficiente, ma la direttrice di una crescita impetuosa farà premio sulle forze di senso contrario: del resto, non bisogna dimenticare che, su base pro capite, ancora nel 2030 i paesi Ocse guarderanno gli altri dall’alto in basso. Questo fenomeno sarà particolarmente evidente nella mobilità privata: un mercato che già oggi è maturo in Europa e Nordamerica e che vede declinare i consumi, e che comincerà ad avvicinarsi alla maturità anche nelle economie emergenti. Anzi, Exxon si aspetta che attorno al 2030 si registrerà, per la prima volta nella storia, una riduzione a livello globale.