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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2011 alle ore 09:22.
Caro direttore,
ti scriviamo per prendere nettamente le distanze dal fondo del giornale di domenica 13 febbraio che, a cominciare dal titolo "Sciarpe e mutande e in mezzo il niente", riteniamo cerchiobottista, qualunquista e soprattutto offensivo di quanti/e non solo domenica, ma nella quotidianità della propria vita, difendono non a parole, ma con i fatti, la dignità della persona, del lavoro, della politica e di un'etica della responsabilità divenuta ormai rara.
Prendiamo le distanze da chi si permette di dubitare persino che esista un'idea o un pensiero forte dietro la rivendicazione del rispetto e della dignità della persona e non ha altri argomenti da offrire se non gli stereotipi del "sotto il vestito niente", del "mettete dei fiori nei vostri cannoni", dell'eskimo degli anni 70.
Non si tratta di essere pro o contro Ferrara, pro o contro le donne che scendono in piazza, ma di abbandonare pregiudizi, stereotipi, qualunquismi, per prendere una posizione. Trasparente, laica. Un giornale che ha la pretesa di essere leader proprio sul fronte delle idee non dovrebbe rinunciare ad averne una, precisa e riconoscibile, in un momento così difficile per il paese. Né può pensare di continuare a irridere la piazza (altro stereotipo) e i simboli che la rappresentano, piuttosto che ascoltare la voce di chi vi partecipa. La storia, anche recentissima, dimostra che questo è un atteggiamento miope, politicamente e culturalmente.
Le migliaia di persone presenti in piazza domenica hanno da dire molto di più di quanto spesso si legge in intere pagine di giornale, e non meritano di essere etichettate a priori come "il niente". Per noi, che di mestiere facciamo i giornalisti e in questo mestiere continuiamo a credere, c'è infatti una regola fondamentale e inderogabile, che è quella di commentare i fatti solo dopo esserne stati testimoni, diretti o indiretti, non prima che i fatti siano accaduti, com'è successo in questo caso. E poiché riteniamo che la giornata di domenica non sia stata una mera esibizione narcisistica, che gli slogan non sono - come si legge nel fondo - "un po' vuoti" e che non è vero che dietro i cortei ci sia solo "una guerra di trincea", ti chiediamo la pubblicazione di questa nostra lettera.