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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2011 alle ore 19:10.
«Quello che era vero in Egitto deve essere vero in Iran. Il popolo deve essere in grado di esprimere la propria opinione e le proprie lamentele». Lo ha detto il presidente Usa Barack Obama rispondendo durante una conferenza stampa a una domanda sulla posizione della Casa Bianca rispetto alle proteste antigovernative in Egitto. «Quello che è diverso rispetto all'Egitto, ha detto Obama, è la risposta del governo iraniano, che è stata di sparare alla gente, picchiarla, arrestarla».
Barack Obama ha salutato così la protesta in Egitto: «La mia speranza e aspettativa è che continueremo a vedere che il popolo iraniano abbia il coraggio di conrinuare a esprimere la voglia di maggiore libertà». Ma ha aggiunto in risposta alla domanda di un cronista che «bisogna capire che l'America non può dettare quello che succede in Iran, non più di quanto poteva dettare quanto è successo in Egitto».
Il presidente ha anche discusso i rischi per la stabilità in Medio Oriente, dove si espandono le proteste antigovernative, e ha detto di aver avvertito i governi della zona: «Il nostro messaggio ad amici e nemici è stato che il mondo è cambiato. Avete una generazione giovane e vibrante che chiede più opportunità», ha detto Obama, «e se i governi consentono queste opportunità, tanto più stabili saranno quei paesi». Messaggio che il presidente ha riassunto così: «Guardiamo all'esempio egiziano, non a quello iraniano».
Obama ha chiuso la parte della conferenza stampa dedicata al Medio Oriente con delle parole forti: «Non si può mantenere il potere con la coercizione», ha detto, aggiungendo - pur senza menzionare paesi specifici - che «i governi di quella regione stanno cominciando a capirci».