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Questo articolo è stato pubblicato il 16 febbraio 2011 alle ore 08:13.
Non convince mai fino in fondo. Primo in campionato ma mai capace davvero di impressionare, se non a tratti. Cade a San Siro, il Milan di Allegri, e cade male anche se il risultato lo punisce il minimo indispensabile e gli lascia ampio margine per recuperate nella gara di ritorno, in Inghilterra. Sembrava tutto facile, una volta saputo che Bale non sarebbe stato del match. E' lui la stella più temibile del Tottenham, e lo sa bene l'Inter che lo ricorda come un incubo.
Ma, fuori lui, il Milan ha pensato bene di complicarsi la vita con un primo tempo inguardabile e una ripresa solo in leggera ripresa che non solo non è bastata per portarla a casa, con un paio di iniziative di Yepes cadute nel vuoto, ma è stata funestata dal velocissimo inglese, condotto da Lennon e concluso con la rete di Crouch a dieci minuti dalla fine.
Allegri scioglie i dubbi sulla coppia d'attacco solo all'ultimo momento, e fa in effetti la scelta più sensata con Ibrahimovic e Robinho. Thiago Silva si piazza a centrocampo viso che c'è Yepes ad affiancare Nesta al centro della difesa. Ma è il centrocampo inglese a macinare di più, con Lennon, Van der Vaart e Pienaar che cercano costantemente i movimenti giusti per agevolare Crouch. La partenza degli ospiti è spavalda e deve intervenire l'ottimo Abbiati , in tuffo, per sventare il pericolo su una conclusione dello ‘spilungone dinocolato' servito da un ottimo cross dalla fascia di Lennon. Ma la gara del portiere rossonero dura poco perché proprio in seguito ad uno scontro con Crouch è costretto a lasciare il campo con un trauma cranico e a cedere il posto ad Amelia. La prima incursione milanista è targata Ibra, che si libera del suo marcatore e prova a servire Robinho ma sulla palla arriva per primo Gomes. Il Milan riesce a fatica ad arginare le folate degli inglesi ma nel contempo fatica a creare palloni lontanamente pericolosi dalla trequarti in su e Van der Vaart , prima dell'intervallo, chiama in causa anche Amelia che riesce ad alzare sopra la traversa.
E' evidente che nel Milan qualcosa, o più di qualcosa non va. Il primo tentativo è quello di rinforzare il reparto offensivo inserendo una terza punta, Pato, al posto di un Seedorf appesantito ma la squadra è sbilanciata e Van der Vaart prova l'effetto sorpresa con un cucchiaio che pe poco non sorprende il portiere rossonero. E' Yepes l'uomo più pericoloso del Milan ma non è fortunato né sugli sviluppi di un corner, perché Gomez in acrobazia lo neutralizza, né al quarto d'ora della ripresa quando il portiere replica con un altro grande intervento. Tra un'occasione e l'altra Corluka, toccato duro da Flamini, deve cedere il posto a Woodgate. Redknapp cambia anche Van der Vaart con Modric per inserire forze fresche e provare a mettere all'angolo il Milan. Le gambe non vanno e il cervello si appanna. Gattuso perde la testa e colpisce Jordan, il vice di Redknapp. Ringhio verrà ammonito più tardi per un fallo a centrocampo che lo costringerà a saltare il ritorno. Dentro anche Kranjar per Pienaar. All'80' tutto il buono fatto vedere da Yepes in fase offensiva si sgretola con l'errore che consente a Lennon di saltarlo in velocità e di mettere al centro un comodissimo pallone che Crouch deve solo appoggiare in porta. Il risveglio del Milan è tardivo, troppo. Ci prova Robinho in pieno recupero sfiorando il pareggio mentre la spettacolare acrobazia di Ibrahimovic, che scaraventa la palla in rete, è vanificata da un nettissimo fallo dell'attaccante. Finisce così, col Milan consapevole dei passi indietro fatti sul piano del gioco. Il nervosismo fa scattare la rissa dopo il fischio finale ma forse sarebbe il caso di risparmiare energie per sfatare la maledizione inglese che nelle ultime due edizioni è costata al Milan l'eliminazione contro Manchester United e Arsenal.