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Addio a una fabbrica di campioni. Benetton lascia basket e volley, resta l'impegno nel rugby

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Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2011 alle ore 13:27.

Un pezzo di storia dello sort italiano va in archivio lasciando immediatamente un senso di vuoto che difficilmente sarà colmato, quanto meno in tempi brevi. È una notizia choc: dal 30 giugno 2012 la famiglia Benetton chiude con basket e volley, lasciando orfana Treviso di due sport che hanno coltivato e lanciato campioni in mezzo mondo, rafforzando con i propri giocatori le due rispettive nazionali italiane. L'Nba ha accolto Andrea Bargnani, Denis Marconato, Tyus Edney, Boki Nachbar, Tony Kukoc. Senza contare allenatori come Mike d'Antoni (ora ai New York Knicks), Ettore Messina (Real Madrid), o Zeumir Obradovic (Panathinaikos). Il volley ha invece consacrato Alberto Cisolla, Lorenzo Bernardi, Andrea Zorzi.

Lo sport in città
La città ha respirato per decenni a pieni polmoni basket e volley, oltre al rugby
, molto radicato nella tradizione trevigiana. Negli anni Settanta era la Pallacanestro Treviso, poi nel '78-'79 diventò Liberti, che traghettò la squadra in A. E nel 1982 la famiglia Benetton fece sognare una tifoseria trascinata da Gilberto, che quasi mai ha mancato a una partita al Palaverde, il palazzetto dello sport costruito dalla famiglia di imprenditori del tessile. Col basket i biancoverdi hanno conquistato 5 scudetti, 8 coppe Italia, 2 Coppe Europee, 4 Supercoppa Italiana; col volley 9 scudetti, 4 Coppe Campioni, 5 Coppe Italia, 1 coppa delle Coppe, 4 Coppe Cev, 7 supercoppa Italiana, 2 supercoppa Europea, mentre con il rugby la società ha vinto 13 ben scudetti. In totale sono 79 gli scudetti vinti dalla società nei tre sport sommati. Nel 2003 ci fu addirittura il "triplete", tre scudetti per tutte e tre le discipline.

I motivi della scelta
La notizia ha preso tutti in contropiede
. La decisione è dovuta al calo vertiginoso di spettatori rispetto agli investimenti sempre più cospicui. Ma nessuno prevedeva che i Benetton si privassero di due dei tre gioielli sportivi di famiglia, tenendosi solo il "primo amore", cioè il rugby, per il quale anzi dovrebbe esserci un impegno in aumento. Da quest'anno il Benetton Rugby gioca infatti in Celtic League, finora con risultati al di sopra delle attese: sette vittorie su 13 partite (l'ultimo successo domenica a Treviso per 19-18 contro la capolista Munster) e un settimo posto in classifica, su 12 squadre. Il budget della società di rugby per questa stagione è di circa 7,5 milioni di euro.

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Tags Correlati: Alberto Cisolla | Andrea Bargnani | Andrea Zorzi | Benetton Treviso | Celtic League | Denis Marconato | Gilberto Benetton | Liberti | Lorenzo Bernardi | Luca Zaia | Nba | Panathinaikos | Real | Sport | Veneto

 

Le parole del patron Gilberto
«Manterremo e potenzieremo - ha chiarito Gilberto Benetton - i settori giovanili e tutte le attività sociali che si svolgono a La Ghirada», la cittadella dello sport della famiglia. «Questo - ha spiegato - è un giorno triste dopo 30 anni di attività professionistica ad alto livello e di vittorie, ma gli scenari sono cambiati: negli anni '80 il nostro ingresso nello sport aveva una valenza sociale, per dare lustro alla città e coinvolgere il territorio in qualcosa di importante e l'entusiasmo del pubblico e dell'ambiente era grandissimo» ma ora ha detto «indubbiamente non è più così sia sul piano dei risultati che su quello del seguito delle squadre».

Le reazioni
Spera in un ripensamento il governatore del Veneto, Luca Zaia, che da trevigiano ha detto di volersi mettere a disposizione dei Benetton per trovare il modo di non disperdere «un patrimonio non solo sportivo ma di grande valore territoriale per tutta la regione». La notizia della dismissione dei Benetton ha suscitato reazioni di sorpresa e anche un po' di amarezza nel presidente Fip, Dino Meneghin: «Sicuramente è stata una sorpresa e sono dispiaciuto. Lo considero un segnale preoccupante, da valutare e da comprendere perchè è espressione del difficile momento che stiamo attraversando. Conosco la passione per lo sport della famiglia Benetton e spero che ci ripensino e trovino nuovi stimoli per riaffrontare lo sport professionistico, fermo restando il meraviglioso lavoro che stanno facendo con Verde Sport. È comunque un monito per tutto il mondo dello sport».

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