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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2011 alle ore 22:50.
Si è vista rispondere picche a tutte le richieste di accesso agli elenchi degli affittuari del Trivulzio. Ma non si è arresa, e pure rilancia Barbara Ciabò. Nata a Fermo nel 1967, laureata in legge, l'esponente di Fli e presidente della Commissione Demanio del Comune di Milano, consigliere comunale da 10 anni, con un fare pacato e voce suadentemente ferma non molla l'osso andando giù piatto sulla preda al centro dello scandalo degli affitti, il Pio Albergo Trivulzio. La intervistiamo a tarda sera nel tentativo di ricostruire il suo ruolo nella vicenda, e lei non si sottrae.
Affitti e favori, consegnato al comune di Milano l'elenco degli inquilini del Pat - La lista integrale
«Nello scorso mandato avevo chiesto che ci fosse trasparenza nella gestione degli elenchi e che venissero aggiornati i contratti scaduti. Dopo questa operazione avevo auspicato una miglior gestione degli enti. Così chiesi al Pio Albergo Trivulzio l'elenco degli immobili affittati e di quelli dismessi. A fronte di questa richiesta l'atteggiamento è stato molto ambiguo. Il presidente non si è presentato e ci hanno inviato un elenco molto sommario. Hanno eccepito la privacy al fine di pubblicazione degli elenchi. Privacy ma che non poteva essere eccepita a un consigliere comunale. Così chiedemmo che non avessero un atteggiamento omertoso».
Fin qui la cronistoria, poi come è andata?
«Il cda ieri si è riunito e hanno consegnato gli elenchi , ma alla regione. Inoltre a tutt'oggi abbiamo un elenco che non corrisponde, mancano le dismissioni e non riusciamo a capire se ci siano tutti gli immobili oggetto delle precedenti dismissioni. E, ancora, a chi sono stati venduti questi immobili? Le dismissioni del Pio Albergo Trivulzio non possono essere discrezionali».
Cosa intendete fare dunque?
»A questo punto chiediamo l'elenco completo, quanto hanno dismesso e quanto no. Continueremo a svolgere il nostro mandato con tutti i mezzi che abbiamo. Come presidente sono garante che la Commissione faccia tutto quanto si deve fare per i cittadini milanesi. Constatare che gli inquilini spesso indigenti delle case popolari paghino canoni superiori a questi signori - che non mi pare abbiano problemi economici - oltre che un danno è una beffa. Canoni ridicoli per case in centro. Tutto ciò è moralmente indegno e Milano non lo merita. Spero proprio che a questo punto il sindaco Moratti intervenga in modo serio dal momento che nomina quattro membri del cda del Trivulzio. E d'altronde come ha fatto la Baggina a permettere ciò? È contro il buon senso.