Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2011 alle ore 17:05.
Dopo tre anni di inconcludente missione delle flotte internazionali, armatori e assicuratori gestiranno in autonomia il contrasto ai pirati somali. Il piano per schierare una flotta privata è stato messo a punto dalla compagnia Jardine Lloyd Thompson di Londra (specializzata nelle assicurazioni marittime contro il rischio guerra, pirateria e sequestri) nel corso delle consultazioni avute con armatori, operatori del trasporto navale e lo stesso governo britannico, uno dei primi ad autorizzare i mercantili ad impiegare guardie private a bordo dei cargo. L'obiettivo del "Programma di scorta" è garantire la protezione delle navi mercantili e di ridurre i costi delle assicurazioni, cresciuti a dismisura a causa dei ripetuti arrembaggi dei predoni somali.
A quanto riferisce il Times, il progetto - in discussione da due anni - prevede di dare vita a una compagnia no-profit pubblico-privata registrata a Cipro, dotata di una flotta di 18 pattugliatori armati con un cannone leggero e con un equipaggio di 8/12 guardie armate arruolate tra gli ex militari britannici. L'iniziativa è stata sviluppata da Jardine Lloyd Thompson attraverso la private security company BGN Risk che fornirà il personale specializzato e ha individuato le navi ideali per costituire la flotta privata nei pattugliatori recentemente radiati dalla Marina svedese. Le motovedette, acquistate per 27,5 milioni di dollari, opereranno nell'area del Golfo di Aden da una base non specificata (Gibuti ?) sotto il controllo operativo della marina britannica. L'equipaggio dovrà rispettare le norme internazionali e utilizzare la forza come estrema risorsa, in pratica le stesse regole d'ingaggio adottate dalle flotte internazionali. Il programma dovrebbe venir finanziato da armatori e stati interessati a proteggere le proprie navi mercantili ma potrebbe accedere ai 200 milioni di dollari di fondi anti-pirateria stanziati dall'Unione europea.
La flotta potrebbe diventare operativa nei prossimi sei mesi offrendo servizi di scorta ai mercantili in transito nel Golfo di Aden al prezzo di 21.500 dollari a tratta. Tra le 36 navi nelle mani dei pirati somali si trova anche la petroliera italiana 'Savina Caylyn' catturata l'8 febbraio con a bordo un equipaggio composto da 5 italiani e 17 indiani e ormeggiata nei pressi della "tortuga" di Hobyo. Il Tg 5 ha trasmesso le immagini della nave scattate dall'elicottero della fregata Zeffiro che da una settimana non perde di vista il tanker. Si tratta però di immagini vecchie, che mostrano il cargo ancora in navigazione nelle quali si vedono tre dei cinque pirati che avevano preso possesso della nave sulle sovrastrutture della nave, in una posizione molto esposta ad un eventuale blitz delle forze speciali che non è però stato autorizzato da Roma che, da quando la ‘Savina Caylyn' ha raggiunto la costa somala, non ha più fornito informazioni sul sequestro.