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Questo articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2011 alle ore 16:46.
Falso e abuso d'ufficio. Questi i reati per cui la Procura di Roma ha disposto la perquisizione e l'acquisizione di documenti nella sede dell'Ama, per l'inchiesta sulla cosiddetta "parentopoli". Nel fascicolo, oltre al nome dell'amministratore delegato Franco Panzironi, c'è anche quello del capo del personale Luciano Cedrone. Fra gli altri iscritti sul registro degli indagati ci sono due dirigenti dell'Ama, Ivano Spadoni e Gianfrancesco Regard, e il legale rappresentante della società di formazione professionale "Consorzio Elis".
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Nel ruolo svolto da questa azienda, nelle selezioni degli addetti che hanno poi avuto il posto per chiamata diretta, risiederebbero i motivi per cui i magistrati hanno ordinato gli accertamenti di oggi e la notifica degli inviti a comparire. Secondo quanto si è appreso, Panzironi e gli altri a breve saranno interrogati. Il numero delle assunzioni "fuori regola" supera le 840. Il Consorzio Elis, per il pm Corrado Fasanelli e il procuratore aggiunto Alberto Caperna, non aveva titoli per svolgere il ruolo di intermediazione che era richiesto. Nell'ordinanza si fa riferimento proprio, in via principale, al ruolo svolto dalla Elis e al fatto che non era iscritta all'albo delle società abilitate all'intermediazione. È un problema, questo, "formale", ma anche "sostanziale", emerso nel corso delle verifiche.
«Documenti o quant'altro sia utile alle indagini»: è questo il mandato dato dagli inquirenti della Procura di Roma ai Carabinieri del nucleo operativo di via In Selci, che hanno perquisito gli uffici dell'Ama e del Consorzio Elis. Gli investigatori avrebbero anche visitato l'abitazione di Panzironi.
Panzironi: «È solo un atto formale»
«Sono assolutamente sereno poiché si tratta di un atto dovuto sul piano formale - ha dichiarato l'amministratore delegato di Ama, Franco Panzironi, in una nota - Ho piena fiducia nel lavoro della magistratura e spero che le indagini si concludano presto dimostrando la totale estraneità di Ama alle accuse».