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Questo articolo è stato pubblicato il 19 febbraio 2011 alle ore 10:52.
Mentre il fratello Piersilvio sta organizzando il matrimonio con Silvia Toffanin, pare a settembre nel castello pugliese di Oria, Barbara Berlusconi annuncia la separazione dal compagno Giorgio Valaguzza. I due, 26 anni lei e 32 lui, stavano insieme da nove anni e hanno avuto due bambini, Alessandro ed Edoardo. Le voci sulla loro crisi erano nell'aria già da qualche settimana, avvalorate dalle foto di lei in giro per Milano sempre da sola, ma è stata la stessa Barbara a confermarlo in un'intervista al "Corriere della Sera".
Barbara e le aziende di famiglia
La primogenita di Silvio Berlusconi e Veronica Lario, che ebbe Bettino Craxi come padrino di battesimo, nel luglio scorso si è laureata in filosofia (tesi sull'economista indiano della povertà e dei diritti umani Amartya Sen) all'Università Vita e Salute di Don Verzè, grande amico del padre, che era arrivato giusto in tempo per assistere al conferimento della laurea. Ancora prima del titolo, nel 2003, Barbara è entrata nel cda di Fininvest, sognando un posto in Mondadori, magari accanto alla sorella-presidente Marina. Ma fu proprio Berlusconi, equilibrista attento con le partecipazioni aziendali dei suoi figli, a dire che Barbara avrebbe avuto «la possibilità di scegliere tante altre strade».
Nel portafogli di famiglia, ora sembra che la strada di Barbara conduca verso il Milan, anche se nulla è stato ancora ufficializzato. Certo, mai come presidente: «Quel ruolo resta a mio padre - ha detto nella sua ultima intervista di dicembre 2010 a Vanity Fair, il magazine con cui parla più volentieri (mentre la sorella Marina e Piersilvio preferiscono "Chi" dell'amico Alfonso Signorini) - il Milan è il suo Avatar».
«Per un politico non esiste distinzione fra pubblico e privato»
Ma sempre sulle pagine di Vanity Fair, un anno prima, non aveva nascosto le sue perplessità sul comportamento del padre, dopo le vicende di Noemi Letizia («un uomo politico non può permettersi la distinzione tra pubblico e privato»), per poi tornare in un certo senso a difenderlo, attaccando il ministro Mara Carfagna che si lamentava di «maschilismo» dei colleghi politici nei suoi confronti: «La cosa più grave è che Mara Carfagna trovi il coraggio di lagnarsi. A volte bisogna avere il pudore di tacere. Se si sente discriminata lei, che dai Telegatti è diventata ministro, la cosa assume dimensioni ancora più grottesche». Anche perché, come disse nel 2007 in una intervista con Daria Bignardi, «io ai miei figli Buona Domenica e il Bagaglino non glieli farei mai vedere». (Ch. B.)
