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Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2011 alle ore 15:56.

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Napolitano: il processo Ruby si svolgerà secondo giustizia. La politica non degeneri in guerriglia (Olycom)Napolitano: il processo Ruby si svolgerà secondo giustizia. La politica non degeneri in guerriglia (Olycom)

La preoccupazione, espressa una volta di più, per i toni della politica che rischia di "degenerare in guerriglia". La difesa, ripetuta e rivendicata, della Costituzione e delle leggi, che già ora - dice - assicurano il diritto a un giusto processo. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, torna a far risuonare il suo monito. Alla vigilia della visita in Germania, il capo dello Stato concede una lunga intervista al domenicale tedesco 'Welt am Sonntag', in cui parla del percorso storico-sociale dell'Italia e si descrive, tra l'altro, "impaziente" per le celebrazioni del 150° dell'Unità.

Ma il presidente della Repubblica accetta anche di rispondere a una domanda diretta sul caso Ruby e sul coinvolgimento del presidente del Consiglio che, dice Napolitano, ha "le sue ragioni e buoni mezzi giuridici per difendersi dalle accuse". Sono poche frasi quelle che il capo dello Stato dedica all'affaire che sta agitando i sonni del premier. Ma tanto basta a sottolineare, ancora una volta, quale e quanta distanza di visione ci sia tra il Colle e palazzo Chigi. Il premier attacca i giudici, promette una riforma costituzionale che interesserà anche la Consulta. E invece Napolitano dichiara: "Confido nel nostro Stato di diritto". Perché per il Colle "sia la nostra Costituzione, sia le nostre leggi garantiscono che un procedimento come questo, in cui si sollevano gravi accuse che il presidente del Consiglio respinge, si svolgerà e concluderà secondo giustizia".

Il presidente della Repubblica parla anche della situazione del governo e sostiene che sarà in grado di reggere "finché dispone della maggioranza in Parlamento e opera di conseguenza". Ma è soprattutto l'inasprirsi del clima politico che preoccupa il Quirinale, che parla di "toni troppo clamorosi, troppo eccessivi", di giudizi che mancano "di misura" e analisi "contraddistinte da un certo estremismo". "I partiti si scontrano, si dividono e tutto questo - sottolinea Napolitano - in un certo modo è normale in una democrazia. In Italia, tuttavia, ciò degenera in una vera e propria guerriglia politica".

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