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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2011 alle ore 20:10.

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Dalle parti di Silvio Berlusconi già si fregano le mani. «Se mi chiedete se Fli è stato un flop, la risposta sarebbe "io lo sapevo già"», si lascia scappare Ignazio La Russa, uno degli ex colonnelli di Gianfranco Fini. Alle prese con una forte emorragia di parlamentari tra le sue file. L'ultimo a procurargli una forte delusione è stato Luca Barbareschi. Tra Camera e Senato, Fli ha perso negli ultimi giorni ben cinque parlamentari (due senatori, Francesco Pontone e Giuseppe Menardi, e tre deputati Roberto Rosso, Luca Bellotti e appunto Barbareschi). Anche se in casa futurista si prova a minimizzare e non si risparmiano stoccate verso chi ha voltato le spalle. «L'Italia è sempre una nazione unica al mondo. Solo da noi - commenta il falco Fabio Granata - i topi scappano sulla nave che affonda: si vede che è ancora carica di formaggio». Mentre il suo collega Aldo Di Biagio liquida tutto bollando le defezioni come «rami secchi».

Così Barbareschi ha detto addio a Fini, dai lucciconi di Bastia Umbra al ritorno delle sue fiction in Rai (di Celestina Dominelli)

Ritratto di Italo Bocchino, il braccio destro di Fini accusato di spaccare il Fli (di Celestina Dominelli)

Colomba ma anche aquila: ecco chi è Pasquale Viespoli, il senatore dialogante che ora critica Fini (di Celestina Dominelli)

Altre defezioni dietro l'angolo
La verità, però, è che dentro Fli la situazione è tutt'altro che serena e dal Pdl continua il pressing nei confronti di altri moderati finiani (in cima alla lista ci sono Carmine Patarino, ma anche Adolfo Urso, Andrea Ronchi e Pasquale Viespoli). Per non parlare poi di chi è stato trattenuto sull'uscio. Come il coordinatore siciliano di Fli, Pippo Scalia, che voci insistenti danno in uscita dal partito e diretto verso la nuova formazione creata dal sottosegretario Gianfranco Miccichè (che corteggia anche Viespoli). Lui ha smentito, ma sembra che a fermarlo sia stata soprattutto la moral suasion di un altro isolano, Nino Lo Presti. Ma il suo mal di pancia continua. Come pure quello del senatore Maurizio Saia, sulla via dell'addio a Fini, che affida a Facebook i suoi pensieri. «Il sottoscritto - scrive - non ha deciso ancora alcunché sulla propria permanenza in Fli e certamente qualsiasi decisione prenderà, vedrà innanzitutto e per primi informati i simpatizzanti e gli iscritti che Fini mi chiese di coordinare».

Il Pdl pronto a battezzare un nuovo gruppo al Senato
Insomma, per ora Saia resta in stand-by ma a Palazzo Madama gli ex An rimasti nel Pdl non danno tregua a lui e agli altri dissidenti. Tanto che corre voce che nei ranghi di Fli potrebbero restare solo in tre: Candido De Angelis, Maria Ida Germontani e Giuseppe Valditara. Gli altri andrebbero invece a costituire un altro gruppo autonomo inserito nel centrodestra (cui sta lavorando il sottosegretario Andrea Augello, anche lui ex An rimasto al fianco del Cavaliere) e che potrebbe rappresentare all'occorrenza un'altra gamba della maggioranza. I senatori finiani si incontreranno domani, ma l'orientamento di abbandonare Fli dovrebbe essere confermato proprio dopo la riunione. Solo Mario Baldassarri non avrebbe sciolto del tutto la riserva.

La battaglia attorno al Secolod'Italia
Insomma, gli ex aennini lavorerebbero a spaccare definitivamente il gruppo di Fli al Senato. Gli stessi che sono decisi a mettere le mani sul Secolo d'Italia, giornale storico della destra e ora in mani futuriste: a guidarlo c'è una finiana di ferro come Flavia Perina. Il cui posto è assai in bilico visto che il vecchio amministratore delegato, Enzo Raisi, altro finiano doc, sta per essere rimpiazzato da un consiglio di amministrazione nominato dal comitato dei garanti di An che si insedierà dopodomani. Così, alla vigilia dell'avvicendamento, la fondazione di Fini, Farefuturo, è scesa in campo. «Non possiamo permettere che una voce di destra estranea alla cosiddetta struttura delta di Arcore venga silenziata così. Con metodi burocratici e meschini. C'è un solo modo per impedirlo, combattere contro tutti i bavagli. E farsi sentire, adesso, subito».

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