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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2011 alle ore 18:04.

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Hosni MubarakHosni Mubarak

Le prime proteste di piazza in Egitto si sviluppano il 25 gennaio al Cairo e ad Alessandria. Le parole d'ordine dei manifestanti sono: basta con la corruzione, più lavoro, più libertà, prezzi meno alti per i beni di primo consumo e soprattutto stop al regime autoritario del "Faraone" Hosni Mubarak, al potere da trent'anni e da tempo impegnato ad aprire per il figlio Gamal una strada moquettata verso la sua successione.

I disordini si diffondono in molte città (i morti, alla fine, saranno più di 350). Piazza Tahrir al Cairo diventa il cuore geografico e simbolico della "Rivoluzione del Loto". Il 29 gennaio viene nominato vicepresidente l'ex capo dei Servizi egiziani, Omar Suleiman. Sarà lui ad annunciare, l'11 febbraio, la fine dell'era di Hosni Mubarak. L'ex presidente, anziano e malato, si è ritirato lontano dal palcoscenico a Sharm el-Sheikh. Il potere passa temporaneamente all'Alto Consiglio militare. Il 3 marzo si dimette il primo ministro Ahmed Shafik. Lo sostituisce Essam Sharaf. Nella seconda settimana di marzo si registrano scontri di origine confessionale tra copti e musulmani, con alcuni morti. L'8 marzo gruppi di uomini aggrediscono una manifestazione di donne in piazza Tahrir. Il 19 marzo nel referendum costituzionale vince con il 77 per cento il "sì", sostenuto, tra gli altri, dai Fratelli Musulmani (mentre la gran parte dei partiti politici di opposizione si erano espressi per il "no"). Venerdì 1 aprile decine di migliaia di manifestanti, perlopiù giovani, si radunano a piazza Tahrir in una dimostrazione accompagnata dallo slogan: "Salviamo la rivoluzione".

La folla chiede le dimissioni di personalità compromesse con il regime caduto e un processo contro Mubarak. L'8 aprile l'esercito tenta di disperdere la folla radunata a piazza Tahrir. Negli scontri che seguono ci sono due morti e alcuni feriti. L'11 aprile un tribunale militare condanna a tre anni di reclusione il blogger Maikel Nabil Sanad, per "insulti alle forze armate" presenti nei suoi post. La sentenza, la prima di questo tipo dalla caduta del rais, suscita molte proteste. Il 13 aprile Hosni Mubarak e i suoi figli Gamal e Alaa vengono arrestati e posti sotto custodia cautelare. L'ex presidente ha una crisi cardiaca. A più riprese si verificano aggressioni contro la comunità copta da parte di frange dell'islamismo radicale. Lo scontro interreligioso assume tratti di grande violenza e provoca morti e feriti. La comunità internazionale è preoccupata anche per l'addolcirsi delle relazioni tra il nuovo governo del Cairo e due "nemici" dell'Egitto di Mubarak, Hamas e il regime iraniano. Il 5 maggio l'ex ministro degli Interni, Habib Al Adly, viene condannato a 12 anni per riciclaggio di denaro e peculato. Il 17 maggio la moglie dell'ex rais, Suzanne Mubarak, che era stata arrestata e aveva avuto una crisi cardiaca, viene rilasciata in cambio della consegna del suo patrimonio, valutato in circa 4 milioni di dollari (ma rimane indagata).

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