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La lenta conquista di tutele e diritti per le coppie di fatto

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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2011 alle ore 06:37.


Coppie di fatto: dove manca la legge, arriva la pratica. Il riconoscimento delle convivenze, infatti, è più avanti nei casi della vita quotidiana che nel quadro normativo, e in alcuni ambiti l'avvicinamento alle tutele previste per le famiglie è già realtà. Del resto, nonostante non esista una vera e propria legislazione in materia, secondo il dossier dell'Istat «Famiglia in cifre», diffuso nel novembre 2010, le coppie di fatto in Italia sono 820mila (erano 564mila nel 2003), la metà delle quali ha figli.
Le casse sanitarie e le compagnie assicurative, ad esempio, in alcuni casi, coprono anche il convivente more uxorio. Le compagnie di assicurazione, in assenza di una norma ad hoc, sono libere di riconoscere direttamente il risarcimento, e nel dubbio possono rifarsi alla decisione del giudice.
Secondo Enrico Gili, funzionario del servizio legale dell'Ania (Associazione nazionale delle imprese assicuratrici) i possibili interventi dell'assicuratore nei confronti dei conviventi possono essere divisi in due branche: «Per quanto riguarda gli indennizzi derivanti da danno di natura patrimoniale, parliamo cioè delle polizze tipo incendio, furto o invalidità da infortuni, il convivente non fa parte degli eredi legittimi, come sottolinea anche una sentenza della Corte costituzionale di alcuni anni fa». In questo caso, dunque, l'assicuratore non può far altro che attenersi al dettato della legge.
Per i danni morali o di tipo biologico, invece, i giudici già da alcuni anni, riconoscono ai conviventi il diritto di beneficiare del risarcimento in caso di morte del partner per illecito (articolo 2043 del codice civile). «In questo caso – spiega Gili –, c'è una giurisprudenza varia e molto vasta e quindi a decidere è il giudice».
Più complicata la situazione per quanto riguarda le polizze vita o per quelle relative agli infortuni: se non è stato indicato espressamente un beneficiario, prevale il diritto successorio a favore dei legittimi eredi. Come conferma Antonella Maier, responsabile ramo vita di Assicurazioni Generali Italia: «Le coppie di fatto possono rientrare nella più ampia disciplina dall'articolo 1920 del codice civile che riconosce ad un soggetto terzo, quindi a chiunque, convivente compreso, la possibilità di essere beneficiario di una prestazione derivante da una polizza vita, pur senza rivestire la qualifica di erede dell'assicurato. In questo caso le somme corrisposte a seguito del decesso dell'assicurato non rientrano nell'asse ereditario del defunto e il beneficiario acquista un diritto proprio in forza della designazione».

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Tags Correlati: Antonella Maier | Assicurazioni Generali | Campa | Corte Costituzionale | Enrico Gili | Fis Eni | Istat | Italia

 

In ambito sanitario, invece, sono molti gli istituti che estendono coperture e diritti alle coppie di fatto. Quasi tutte le casse sanitarie permettono agli iscritti di chiedere prestazioni e rimborsi anche per i familiari, conviventi inclusi. Ad aprire per prima alle coppie di fatto è stata la cassa malattia dei giornalisti (Casagit) che già negli anni Ottanta offriva questa opportunità alle coppie conviventi e che tredici anni fa ha esteso gli stessi diritti anche alle coppie omosessuali.
Via libera ai conviventi dal 1994 anche per il Fasdac, per i dirigenti delle aziende commerciali, per Fis Eni, la cassa dei lavoratori dell'industria chimica (ma solo per le coppie eterosessuali) e per il Campa degli artisti. In questi casi è la certificazione anagrafica, cioè la prova che si ha la stessa residenza, che dimostra l'effettivo stato di convivenza. Diversa, invece, la posizione dei fondi per i dirigenti Fasi e Fisdaf che invece limitano l'estensione dei servizi solo al coniuge.
E anche alcune amministrazioni locali fanno un passo in avanti. È il caso del consiglio comunale della città di Modena, che nei giorni scorsi ha discusso e approvato a stragrande maggioranza l'ordine del giorno relativo al recepimento dell'articolo 48 della finanziaria regionale del 2009. Si tratta in pratica di un articolo con il quale il consiglio regionale approvò il diritto alla parità di accesso ai servizi, e quindi al welfare, sul territorio indipendentemente dallo status di singolo, coniugato o convivente.
Le coppie di fatto sono infine tutelate anche per quanto riguarda la casa: i regolamenti regionali sull'edilizia popolare riconoscono anche le coppie di fatto come nucleo familiare, purché conviventi da almeno due anni prima del bando. Così, in caso di morte, il diritto di subentro all'affitto spetta anche al convivente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LA CIFRA ATTUALE 820mila
Non coniugati
Assistenza consolidata
Il Fasdac è il fondo assistenza sanitaria per i dirigenti delle aziende commerciali. Dal 1994 ha riconosciuto alle coppie di fatto gli stessi diritti già riconosciuti a quelle unite in matrimonio. Dunque anche i conviventi more uxorio possono richiedere l'assistenza. A tal proposito, l'elemento richiesto è la certificazione anagrafica, ovvero la prova che si ha la stessa residenza e che dimostra l'effettivo stato di convivenza.
La Casagit (la Cassa autonoma autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti) è stata la prima tra le prime strutture assistenziali a garantire parità di trattamento alle coppie di fatto. A partire dal 1997 la cassa dei giornalisti ha esteso gli stessi diritti anche alle coppie omosessuali, dopo che già dagli anni Ottanta la copertura delle prestazioni sanitarie era stata garantita ai conviventi more uxorio ma di sesso diverso.

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