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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2011 alle ore 08:03.
Per le prossime mosse del governo sulla crescita si preannunciano tempi più lunghi del previsto. Sono in programma diverse riunioni prima di mettere a punto il decreto con misure per la semplificazione e le liberalizzazioni. Nei giorni scorsi si è via via chiarita la strada che intende seguire l'esecutivo: un pacchetto unico che dovrà far parte del programma nazionale di riforma da presentare in sede Ecofin entro aprile. Un programma che dovrà rispondere agli obiettivi della nuova strategia Europa 2020 e al quale il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, si era già riferito chiaramente nel consiglio dei ministri dello scorso 9 febbraio che avrebbe dovuto dare il via alla «frustata» all'economia. In quella riunione il governo ha approvato in prima lettura il ddl costituzionale sulla libertà di impresa e lo schema di decreto legislativo sulla riforma degli incentivi per il quale, però, è già tutto da rifare (la delega è scaduta e l'attesa proroga non è arrivata).
Si è poi avviata la discussione sul "decreto Calderoli" che dovrebbe accorpare le semplificazioni e almeno una parte dei 25 articoli del ddl concorrenza preparato dallo Sviluppo economico. L'ipotesi è quella di procedere con cautela per presentare al capo dello Stato un decreto sufficientemente solido. Dal testo potrebbero poi essere stralciate le norme su cui è più difficile dimostrare il requisito d'urgenza, per poi recuperarle in sede parlamentare con un emendamento alla legge di conversione dello stesso decreto. Allo stesso modo verrebbe recuperata la riforma degli incentivi alle imprese. Tutto, però, con tempi non strettissimi anche perché nel frattempo il governo attende ancora di poter contare su una maggioranza forte almeno nelle commissioni strategiche della Camera, come Affari costituzionali e Bilancio, dove i numeri attuali non consentono di lavorare con ampia sicurezza, soprattutto in presenza di decreti leggi.
Per quanto riguarda i contenuti, sul tavolo del confronto avviato da Tremonti la scorsa settimana con gli altri colleghi di governo, c'è buona parte delle semplificazioni messe a punto da tempo dal ministro Calderoli per rilanciare le infrastrutture con una semplificazione negli appalti e misure ad hoc sui contratti pubblici. Per limitare gli abusi nel ricorso agli accordi bonari cui spesso i privati ricorrono per ottenere "risarcimenti facili" si pensa a porre vincoli alle riserve. Per i subappalti e le imprese subappaltatrici si studia l'introduzione delle white list presso le prefetture con l'indicazione dei soggetti che non sono a rischio di inquinamento mafioso. Per lo sportello unico potrebbe arrivare il libretto elettronico dell'impresa, mentre non è tramontata l'idea di introdurre il principio secondo cui negli atti normativi non possono essere introdotti nuovi oneri regolatori o amministrativi a carico di cittadini, imprese e altri soggetti privati. Se questi dovessero arrivare la nuova norma deve prevedere la riduzione di quelli già esistenti.