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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2011 alle ore 09:18.

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Nuova Zelanda, almeno 65 morti per il terremoto a ChristchurchNuova Zelanda, almeno 65 morti per il terremoto a Christchurch

È di almeno 65 morti accertati il bilancio ancora provvisorio del terremoto che poco dopo mezzogiorno ora locale, quando in Italia erano passati 51 minuti dalla mezzanotte, ha devastato Christchurch, sull'Isola meridionale della Nuova Zelanda, seconda città del Paese per importanza. Il sisma, il peggiore che abbia colpito gli antipodi in ottant'anni, è stato di 6,3 gradi sulla scala Richter. «Stiamo assistendo a quello che può rivelarsi il giorno più buio nella storia neozelandese», ha commentato il primo ministro, John Key, che ha proclamato lo stato di emergenza nazionale. Alla prima scossa ne è seguita un'altra di assestamento di 5,6 gradi.

Il premier, confermando quanto anticipato dai servizi di emergenza e dai vigili del fuoco, ha sottolineato che il computo delle vittime è destinato ad aggravarsi, giacchè sotto le macerie di decine di edifici rasi al suolo si ritiene siano rimaste intrappolate un elevato numero di persone. Testimoni hanno riferito che una trentina di persone, ora disperse, sono state travolte dai detriti di un palazzo di quattro piani adibito a uffici, dove al momento della scossa erano al lavoro circa duecento impiegati. «È una tragedia per la città, per la Nuova Zelanda, per il nostro popolo», ha detto ancora Key. Christchurch stava ancora tentando di risollevarsi dalle conseguenze di un movimento tellurico di magnitudo 7,0 che la colpì lo scorso settembre. «Questa scossa è stata però ancora più grave, forse non nella potenza ma nell'entità dei danni che ha provocato», ha detto il sindaco Bob Parker.

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