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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2011 alle ore 06:41.
MILANO
Arriva la lista numero 2, quella delle compravendite. Il Pio Albergo Trivulzio (Pat), l'istituto pubblico milanese sotto la lente per una nuova "affittopoli", ieri ha reso noto l'elenco delle alienazioni dei propri immobili, avvenute tra il 2006 e il 2011. Gli appartamenti venduti, perlopiù attraverso asta, sono in tutto 45, molti in centro a Milano, alcuni nei comuni dell'hinterland, fino ad arrivare a Lodi (tre stabili) e persino a Torino (9). Mediamente i prezzi, a un primo sguardo, sono inferiori almeno del 15-20% rispetto a quelli del libero mercato, con punte fino al 50 per cento.
Le principali acquirenti sono state società immobiliari, tra cui la Pugliese, passata anni fa agli onori della cronaca per un'indagine per truffa (che ha portato a due condanne) ai danni dell'Aler (l'agenzia pubblica lombarda per la gestione delle case popolari), che ha acquistato due appartamenti nella zona semicentrale di Via Giordano Bruno per 330mila euro complessivi. Tra i nomi noti emergono con particolare evidenza quello di Domenico Zambetti, assessore alla Casa della regione Lombardia, che ha acquistato nel 2008 una casa in Corso Sempione (circa 200 metri quadrati) per 533mila euro, e quello di Adriano Bandera, membro del consiglio di sorveglianza della partecipata milanese A2a, nonché membro della Fondazione Policlinico, che ha acquistato in pieno centro un appartamento da 257 metri quadrati per 1,3 milioni. Nell'elenco ci sono anche l'avvocato Marcello Di Capua (già presidente dell'associazione Casa Letizia), il direttore generale dell'ospedale San Carlo Antonio Mobilia, Carla Vites, moglie dell'ex assessore lombardo alla Sanità Antonio Simone. Tra gli affittuari, ricordiamo, spiccano invece per notorietà Ariedo Braida, dg del Milan e l'étoile Carla Fracci. A destare particolare scalpore, relativamente agli affitti, è soprattutto la discrezionalità con cui gli appartamenti sono stati assegnati nel tempo, oltre ai prezzi agevolati.
Per quanto riguarda le vendite, a colpire è anche il fatto che diversi appartamenti non siano stati aggiudicati al primo colpo. Dato, questo, che induce Carmela Rozza, consigliere comunale del Pd, a chiedere che la lista sia integrata a giorni con i dettagli sulla durata delle aste e sulle modalità di pubblicazione delle offerte. Il suo sospetto è che, per fare un favore all'acquirente, alcune offerte siano state formalmente pubblicate ma, di fatto, tenute in sordina: «Mi interessa sapere dove e per quanto tempo sono stati pubblicati i bandi, se ne hanno saputo solo alcuni bene informati o meno». Ancora adesso tuttavia, incrociando i documenti relativi agli stabili attuali con quelli di dieci anni fa e sottraendo dalla lista l'elenco delle vendite degli ultimi 5 anni, emerge che all'appello mancano circa 300 immobili, in base a quanto risulta al Sole 24 Ore.