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Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2011 alle ore 09:16.

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L'Inter insegue il modello Bayern (LaPresse)L'Inter insegue il modello Bayern (LaPresse)

L'Inter, campione di tutto sul campo, deve incassare una doppia sconfitta in banca. Una – cocente e per certi versi clamorosa – nel derby dei ricavi con il Milan, che proprio lo scorso anno, nonostante gli "zeru tituli", ha effettuato il sorpasso. L'altra è con il Bayern Monaco, che stasera cerca la rivincita della finale di Madrid, ma che può già fregiarsi del titolo di top-club più sano d'Europa. E non è un caso se proprio al format bavarese la società di Massimo Moratti sembra guardare per lo stadio nuovo e lo sviluppo dell'indotto.

La chiave principale per aprire la porta di maggiori introiti resta sempre quella: lo stadio di proprietà. Con l'Allianz Arena – impianto ipertecnologico da 69 mila posti con aree shopping, sale convegni, spazi business, pagamenti con smart card, tour turistici – il Bayern ha fatto registrare un'impennata di circa 70 milioni nel giro d'affari. I nerazzurri lo sanno ed è per questo che hanno nel cassetto, ormai da tempo, il progetto di un impianto analogo.

«Ce ne hanno parlato più volte – conferma Carlo Masseroli, assessore all'Urbanistica del Comune di Milano –, ma mai senza indicazioni definitive». Il Pgt appena approvato lascia campo libero e introduce una novità importante: «l'eventuale stadio nuovo non farà volumetria – annuncia Masseroli –, e non andrà quindi a ridurre la quantità edificatoria a disposizione nel comparto prescelto. Farebbero volumetria solo gli spazi commerciali di corredo».

Un ghiotto incentivo che va quindi a smentire le voci che vorrebbero un Comune intenzionato a tenersi stretti i due club a San Siro, e il relativo canone milionario: «Al contrario – dice l'assessore –, un impianto moderno sarebbe un'attrattiva per tutto il territorio, un motivo di prestigio e di indotto. Ci sono circa 20 grandi ambiti di trasformazione urbana dove potrebbe essere realizzato, è chiaro che la società dovrebbe acquisirne anche la proprietà».

Nel frattempo, lo strumento urbanistico ha portato qualche novità anche per il glorioso Giuseppe Meazza: l'osservazione rossonerazzurra di poter realizzare nei pressi funzioni commerciali e aggregative per renderlo vivo, e remunerativo, 365 giorni all'anno, è stata sostanzialmente approvata, ma non nel passaggio dove i club chiedevano di poter evitare il passaggio in consiglio comunale.

Ma adesso è tempo di sfida: Eto'o contro Robben. Fuori dal rettangolo verde, il dominio teutonico è netto: secondo i dati della Football Money League 2011 di Deloitte il sodalizio straniero si conferma in quarta posizione fra i top 20 in Europa dei ricavi, mentre l'Inter è ferma in nona posizione. Balla una differenza di quasi 100 milioni: 323 a 224,8 (anche se il tasso di crescita sulla stagione precedente fa prevalere l'Inter con un 14,2 su 11,4 per cento). Impressionante il gap nel settore commerciale, dove i 48,3 milioni dei nerazzurri impallidiscono a fronte dei 172,9 della controparte. E anche nel matchday i bavaresi, con 66,7 milioni, quasi doppiano l'Inter, 38,6, nonostante il significativo incremento rispetto ai 31,6 milioni della stazione 2008/09: «Grazie all'Allianz Arena – spiega Dario Righetti, partner di Deloitte – il Bayern ha potuto sfruttare al massimo tutte le sue potenzialità, in termini di merchandising e attività commerciali».

A riequilibrare un po' il match ci sono i diritti televisivi, con il prodotto Inter che vale molto di più, 137,9 a 83,4 milioni, con un peso di ben il 62% nella torta complessiva dei ricavi interisti. «Club come Inter e Milan hanno risultati economici in perdita – evidenzia Righetti – e in ottica fair play finanziario dovranno lavorare molto di più sul vivaio, come hanno già fatto in Germania. Come ha dimostrato anche il Mondiale».

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