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I voli delle Poste tra Lourdes e Lampedusa

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Questo articolo è stato pubblicato il 23 febbraio 2011 alle ore 06:37.


LAMPEDUSA. Dal nostro inviato
I n questi giorni a Lampedusa c'è stato un inusuale andirivieni di Boeing 737-400 con la livrea delle Poste italiane. Che i seimila lampedusani si fossero trasformati in nostalgici di carta e calamaio non era del tutto da escludere. I destinatari delle missive non sarebbero mancati. Babbo Natale, per esempio? Dubbio legittimo, malgrado le feste di fine anno siano passate da un pezzo: da più di due mesi le luminarie natalizie continuano a pendere indisturbate in via Roma, nel cuore del paese, scosse dai venti di libeccio e maestrale.
Qualche tunisino stravolto dalla estenuante traversata in mare avrà pensato a un comitato di festeggiamenti transfrontaliero istituito in fretta e furia per accoglierli nel modo più degno. In fondo, si tratta dei discendenti del comandante punico Annibale e, prima ancora, del nobile popolo fenicio di Tiro e Sidone che settecento anni prima di Cristo colonizzò pezzi interi di Sicilia e Sardegna. Irrealistico e troppo costoso per essere vero. Lampedusa è tutt'altro che un'isola a impatto zero. Né pale eoliche né pannelli solari (a parte lodevoli eccezioni). L'energia elettrica, carissima, è prodotta da una centrale che brucia centinaia di litri di gasolio al giorno. Con ogni probabilità si tratta di un malinteso: l'amministrazione comunale avrà confuso la prima epifania, ovvero la manifestazione di Cristo celebrata dalla chiesa il 6 di gennaio, con la seconda, quella di quasi 6mila maghrebini nel pieno della loro apparizione.
Seconda ipotesi: il pesce, di cui il canale di Sicilia è ricchissimo, imbarcato sugli aerei alla volta dei mercati del Nord. Cassata pure questa: da quindici giorni i pescatori hanno tirato le barche in secca per protestare contro il caro gasolio, che nell'isola delle Pelagie costa dai trenta ai quaranta centesimi al litro di più che in Sicilia. Pesce surgelato per tutti, comprese le troupe e gli inviati di mezzo mondo. E allora? Mistral air, la compagnia aerea dal 2005 di proprietà delle Poste italiane (ma fondata dall'attore Bud Spencer) possiede una flotta di sei aeromobili che adotta un ingegnoso sistema denominato «quick change»: di notte trasporta lettere e plichi postali come un cargo qualsiasi, di giorno – installati in quattro ore i sedili – si trasforma in un aereo passeggeri. Nel 2007, dopo un accordo con il cardinale Camillo Ruini, presidente dell'Opera romana pellegrinaggi, imbarca centinaia di migliaia di fedeli alla volta di Lourdes, Gerusalemme, Santiago de Compostela, Czestochowa. Per l'occasione, ogni sedile viene ingentilito con un poggia testa con su scritto: «Cerco il tuo volto Signore».

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Tags Correlati: Boeing 737 | Bud Spencer | Camillo Ruini | Lampedusa | Lourdes | Ministero dell'Interno | Mistral | Prodotti e servizi |

 

Da qualche anno Mistral air ha ridotto i voli verso mete religiose per concentrarsi nei charter turistici di medio raggio. Un'attività alla quale somma la partecipazione ai bandi di gara del ministero degli Interni, come tutti i vettori nazionali, per il rimpatrio o gli spostamenti degli immigrati. Dalla metà di gennaio del 2011, data in cui iniziano gli sbarchi massicci dei tunisini nell'isola siciliana, ha garantito tredici voli verso i centri di identificazione ed espulsione sparsi per l'Italia. Curioso che gli immigrati viaggino con la livrea delle Poste italiane e la benedizione del Signore. Come se fossero dei plichi postali in carne e ossa, direbbero i Blues brothers, «in missione per conto di Dio».
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