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Napolitano: l'Ue risponda unita, ok alle sanzioni

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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2011 alle ore 07:59.

BERLINO. Crisi migratoria e crisi energetica. Due bombe a orologeria innescate dalla crisi libica che minacciano gli equilibri geopolitici, già posti a dura prova dagli effetti della crisi economica globale. Emergenze cui l'Europa deve far fronte «nel suo insieme», e non certo lasciando che l'emergenza cada sui singoli paesi «maggiormente esposti», l'Italia in primo luogo.

Giorgio Napolitano è a colloquio al Castello di Bellevue con il presidente tedesco Christian Wulff. Poco prima ha incontrato al palazzo della Cancelleria Angela Merkel. Ai giornalisti spiega che quel che sta accadendo in Libia porta a una sola conclusione: «Dobbiamo essere più decisi e conseguenti sulla linea dell'unità europea». Al momento nessuno è in grado di stimare l'impatto complessivo delle crisi che investono il nord Africa. «Si pensa a cifre terrificanti, due-trecentomila persone, ci sono sbarchi ogni giorno». La linea è quella sostenuta dal governo a Bruxelles dal ministro dell'Interno Roberto Maroni. In sostanza, tutti gli aspetti relativi all'accoglienza, al complesso delle azioni da mettere in campo, vanno affrontate attraverso una linea comune. «Sono andati in Sicilia rappresentanti del Frontex. Speriamo che questa presenza si rafforzi».

Ancor più duro ed esplicito Wulff: «Le immagini che ci arrivano dalla Libia sono scioccanti e insopportabili. Siamo al terrorismo di Stato, frutto dell'azione di uno psicopatico. Il mondo deve reagire. È il momento di decisioni coraggiose e coese». E Napolitano chiarisce che sulle eventuali sanzioni Ue alla Libia «non vi è alcun veto da parte dell'Italia. In sede Ue si potrà ben discutere circa le sanzioni». Una presa di posizione che si colloca sulla scia della condanna della dura repressione messa in atto da Gheddafi, espressa due giorni fa dal ministro degli Esteri, Franco Frattini. Chiaro dunque il segnale che Napolitano lancia in sede europea su un aspetto decisivo della politica estera italiana.

Di certo, la visita ha posto in luce una assoluta consonanza di due paesi fondatori dell'Unione europea sulla necessità di rilanciare con forza il processo di integrazione europea. In un'intervista al quotidiano «Die Welt», rilasciata proprio per illustrare i temi oggetto della visita ufficiale a Berlino, Napolitano ha definito non a caso lo stato di salute complessivo dell'Unione europea come «visibilmente intiepidito». Ora la drammatica crisi libica ripropone con forza il tema della necessaria coesione nell'avviare una «forte politica euro-mediterranea», coerente con «lo spirito del processo di Barcellona». Il tema è stato al centro anche del colloquio di circa cinquanta minuti con il cancelliere Angela Merkel. Si è discusso della crisi libica, e della nuova governance economica in vista delle decisioni che verranno adottate dal prossimo Consiglio europeo. Sullo sfondo le proposte lanciate dal governo tedesco in tema di competitività dell'intera eurozona.

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Tags Correlati: Africa | Angela Merkel | Christian Wulff | Consiglio Europeo | Frontex | Giorgio Napolitano | Italia | Roberto Maroni | Unione Europea

 

In mattinata, dopo un breve incontro con il personale dell'ambasciata italiana, Napolitano ha visitato al Museo storico tedesco la mostra su «Hitler e i tedeschi, collettività nazionale e crimine». Una esposizione di grande interesse - ha commentato - «perché colloca il personaggio non come diabolicamente a se stante ma come frutto di un processo storico, di una degenerazione dello stato tedesco che ha portato ad una complessiva catastrofe».

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