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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2011 alle ore 14:46.
Onu verso approvazione sanzioni. È attesa per domani l'approvazione di sanzioni contro la Libia, con l'embargo sulle armi, il blocco dei beni, limiti ai viaggi per i dignitari del dignitari oltre ad un riferimento a eventuali crimini contro l'umanità. Lo indicano all'Ansa fonti diplomatiche occidentali del palazzo di Vetro.
Il governo Usa ha deciso di imporre sanzioni alla Libia. Lo ha detto il portavoce della Casa Bianca Jay Carney in una conferenza stampa. "Le sanzioni non sono l'unico strumento" che gli Usa hanno a disposizione e stanno pensando di usare contro il regime libico, ha aggiunto Carney. Gli Stati Uniti non escludono di prendere in considerazioone alcuna ipotesi, incluso il ricorso alla forza, per porre fine alle violenze in Libia. Lo ha dichiarato il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney.
Congelamento dei beni, embargo alle forniture di armi, ricorso alla corte penale internazionale per chi in Libia si sarà macchiato di crimini di guerra. Sono questi i tre punti principali di un progetto di risoluzione Onu sula Libia che i 15 del Consiglio di Sicurezza inizieranno ad esaminare oggi. Lo indicano fonti diplomatiche occidentali. La rappresentanza diplomatica libica presso l'Onu a Ginevra - ha annunciato oggi l'incaricato d'affari libico al Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite - «servirà il popolo libico» e non più il regime di Muammar Gheddafi.
Il governo britannico congelerà nei prossimi giorni i beni da oltre 20 miliardi di euro del leader libico Muammar Gheddafi rintracciati nel Regno Unito. Secondo l'indagine condotta dal Tesoro britannico, e riportata oggi dal quotidiano The Telegraph, Gheddafi avrebbe a disposizione oltre 23 miliardi di euro in liquidità, concentrati soprattutto a Londra, e una proprietà immobiliare da oltre 11 milioni di euro, situata sempre nella capitale britannica.
«La priorità ora è riportare i britannici a casa - ha detto una fonte di Whitehall - poi procederemo a intervenire sui beni di Gheddafi, la pratica è già stata avviata. E' già sotto controllo ai più alti livelli». La Gran Bretagna oggi ha inviato una nave da guerra della Royal Navy davanti alle coste della Libia per portare in salvo i 200 connazionali ancora bloccati in varie località nel deserto dove ci sono i pozzi petroliferi. Il primo ministro britannico, rientrato in anticipo a Downing Street per la crisi libica, ha messo in guardia il Colonnello e il resto del regime libico che la comunità internazionale sta preparando sanzioni che includono «il blocco dei beni, il bando dei viaggi e altre misure punitive». Cameron ha detto che la giustizia internazionale «ha la memoria lunga» e che i responsabili della «disgustosa e inaccettabile violenza» di questi giorni saranno puniti. Il premier ha detto che tra le misure allo studio c'è anche quello di una inchiesta internazionale per crimini di guerra e crimini contro l'umanità.