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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2011 alle ore 21:50.

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BARI - Non indagato ieri, nell'inchiesta partita con 24 richieste di carcerazione avanzate dai Pm e poi conclusasi con provvedimenti restrittivi per 5 tra funzionari pubblici, manager e un poliziotto della sua scorta, e posizione archiviata oggi per il presidente della giunta regionale pugliese.

Per Nichi Vendola due giorni al calor bianco: ieri gli sviluppi, non proprio a sorpresa, di una delle tante indagini aperte sulla sanità, questa volta non sulle forniture di prodotti sanitari, ma sulle nomine dei dirigenti Asl e dei primari, il tutto inserito in quello che il Gip del Tribunale di Bari, Giuseppe De Benedictis, ha definito "un sistema criminale, stabilmente radicato nei vertici politico-amministrativi della sanità regionale", senza che, tuttavia, vi fosse un vincolo associativo criminale. Oggi l'archiviazione, decisa da un altro Gip dello stesso Tribunale, e disposta su richiesta della procura, di una indagine a carico di Vendola, accusato, insieme ad altre dieci persone,di aver esercitato pressioni politiche, nel 2008, nei confronti dei direttori generali di alcune Asl pugliesi per indurli a nominare direttori amministrativi e sanitari graditi al suo governo. Ma Nichi "il rosso" nega che le regole dello spoil system lo abbiano riguardato. Anzi, pur prevista, lui questa legge non l'ha mai applicata "perché -ha detto commentando la sua archiviazione - ho selezionato molti manager che venivano dalla gestione del mio predecessore e soprattutto lo sto cambiando perché ho fatto la legge più all'avanguardia d'Italia per formare e selezionare per merito i nuovi manager".

E i magistrati gli hanno creduto se prima i 3 Pm titolari del fascicolo d'indagine – gli stessi degli arresti di ieri- e poi il Gip sono arrivati alla stessa conclusione: Vendola, indagato per concussione, non ha commesso fatti penalmente rilevanti.E con lui tutti gli altri 10 indagati - tra cui l'ex-assessore regionale alla Sanità, Alberto Tedesco,il senatore Pd (oggi autospesosi dal partito e dal gruppo senatoriale) di cui i magistrati hanno chiesto ieri l'autorizzazione all'arresto e che a questo punto avrebbe fatto tutto da solo – di cui la procura aveva chiesto l'archiviazione a marzo 2010, poi decretata quasi 12 mesi dopo.Nella indagine di ieri, come in quella conclusasi senza colpevoli oggi, c'è un punto di contatto comune: il sistema criminale di cui scrive il Gip De Benedictis nella sua ordinanza, in qualche modo alimenta l'obiettivo, " di rafforzare" - come si legge nel rapporto dei Carabinieri posto a base della inchiesta archiviata - attraverso il controllo della nomina di dirigenti Asl e di primari, di "rafforzare la presenza della propria coalizione politica nelle istituzioni locali".Sarà per tutto questo che dal Pdl pugliese, dalle opposizioni, è venuto il richiamo forte alla responsbailità almeno politica di quanto è avvenuto e sta avvenendo. Insomma una responsabilità non penale, non giudiziaria, ma politica."L'archiviazione nei confronti del presidente Vendola non sposta di una virgola la nostra posizione"-dice netto Rocco Palese, capogruppo Pdl alla regione.

Rimaniamo garantisti, ma in capo a lui c'è la totale responsabilità politica. Lui è il capo politico di una coalizione e l'archiviazione per le vicende giudiziarie non comporta anche l'automatica esclusione da responsabilità politiche che sono di Vendola ma che lui sembra oggi quasi scaricare sul Pd, suo partito di maggioranza relativa, e sui singoli". Per questo il Pdl ha chiesto di affrontare il tema in sede politica, cioè nel consiglio regionale, " Tanto più che alcuni degli indagati risultano essere ancora in carica presso alcune asl pugliesi".Che è proprio quello che, sempre oggi, ha chiesto nche il deputato pugliese del Pd, Francesco Boccia: "Mi aspetto che i direttori generali abbiano il buon gusto di difendersi non trascinandosi dietro la regione stessa ma rimettendo immediatamente il loro mandato".

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