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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2011 alle ore 16:49.
Il primo ministro tunisino Mohamad El Ghannouchi ha annunciato, in un discorso televisivo, le sue dimissioni. «Queste dimissioni sono al servizio della Tunisia e della rivoluzione. Non sono uomo della repressione e non lo sarò mai. Non sarò un persona che prende qualsiasi tipo di decisione che sfoci in uno spargimento di sangue», ha detto Ghannouchi, spiegando anche di volere lasciare il passo a un primo ministro che possa essere «più capace».
Domenica mattina si sono registrate ancora violenze nel centro di Tunisi, all'indomani della morte di tre persone negli scontri con le forze dell'ordine. Scontri dopo i quali state arrestate oltre cento persone mentre per la dimostrazione avvenuta prima dalla caduta del presidente Ben Ali ne erano state arrestate 88. Questa mattina, prima delle dimissioni di Ghannouchi, accusato di essere vicino al precedente regime, centinaia di giovani, scandendo slogan ostili al governo di transizione, hanno cercato di raggiungere il ministero dell'Interno e una via adiacente, presidiata da un blindato della polizia. I dimostranti hanno lanciato pietre e gli agenti hanno risposto con gas lacrimogeni.
Nella serata di domenica Beji Caid Essebsi, avvocato classe 1926, già consigliere dell'eroe dell'indipendenza Habib Burghiba, ministro e ambasciatore in Francia e Germania, è stato nominato nuovo primo ministro tunisino. Lo ha annunciato il presidente tunisino ad interim Fouad Mebazza .