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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2011 alle ore 18:10.
LONDRA – Tony Blair ha tentato la mediazione internazionale per convincere il colonnello Gheddafi a non sparare sulla sua gente e a lasciare il potere. Mentre Londra celebra il blitz che reparti speciali, le Sas, hanno portato a termine con successo recuperando 150 cittadini inglesi bloccati nel deserto libico, trova conferma la notizia del ritorno "in pubblico servizio" di Tony Blair.
Venerdì l'ex premier ha chiamato direttamente il colonnello Gheddafi, due volte nel volgere di qualche ora. Nel secondo caso, la telefonata sarebbe stata fatta su indicazione del ministero degli esteri britannico con l'esplicito invito al colonnello libico, di farsi da parte. Poche ore prima, in seguito pare a consultazioni con Hillary Clinton, Tony Blair aveva contattato Gheddafi, ma non è chiaro con quali messaggi al di là dell'evidente "suggerimento" di non sparare più sulla sua gente.
L'apparizione di Tony Blair nella partita libica è anomala, ma non sorprendente. Fu proprio lui, nel 2004, a riallacciare le relazioni con la Libia gelate dall'attentato a Lockerbie, in Scozia, nel dicembre 1988 che costò la vita a 270 persone. Fu nel corso dei lunghi colloqui Blair-Gheddafi che maturò la decisione di uscire dall'impasse creato dall'azione terroristica con un nuovo patto capace di ridare accesso alle imprese inglesi, in primis a Bp, al mercato libico. Poco tempo dopo l'unico detenuto per la strage di Lockerbie, il libico Abdel al Megrahi fu rispedito a Tripoli per ragioni umanitarie in quanto malato di cancro. Si disse, nel 2009, che al Megrahi ne aveva per poche settimane, in realtà è ancora vivo.
Per questo in molti sospettano che il compromesso Londra-Tripoli contemplasse anche la scarcerazione dell'attentatore. Una tesi che Blair e tutti i governanti britannici di allora e di oggi rigettano. Il rapporto fra Gheddafi e Blair si è comunque consolidato negli anni anche per il ruolo di inviato internazionale che l'ex premier continua a ricoprire nella crisi israelo-palestinese. Una missione che lo tiene in costante contatto con la leadership del mondo arabo e in particolare proprio con Gheddafi che ha incontrato in Libia qualche mese fa.