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Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2011 alle ore 15:06.
L'onda di proteste popolari che agita molti paesi del Nord Africa e del Medio Oriente raggiunge l'Oman sabato 26 febbraio. Il tradizionalmente sonnacchioso Stato della Penisola arabica, in cui governa fin dal 1970 il sultano Qaboos bin Said al Said, vede scoppiare le prime manifestazioni nell'importante città portuale di Sohar. Domenica 27 febbraio i dimostranti, che chiedono migliori salari, più lavoro, una distribuzione più equa dei proventi del petrolio, meno corruzione e le dimissioni del governo, si scontrano con le forze di sicurezza.
La reazione è particolarmente dura: nel corso dei disordini ci sono due morti e numerosi feriti. Per calmare gli animi, il sultano, che detiene un potere pressoché assoluto nel paese, annuncia la creazione di 50 mila nuovi posti di lavoro statali e un sussidio mensile per i disoccupati di 150 rial (poco meno di 400 dollari) e sostituisce alcuni ministri. Lunedì 28 febbraio e nei giorni successivi si registrano ulteriori disordini. Il sultano fa tre rimpasti governativi in una settimana. Il 7 marzo avviene la sostituzione più importante nell'esecutivo, quella del ministro dell'Economia Ahmad Mekki.
La mossa è salutata con soddisfazione dai manifestanti. Il 13 marzo il sultano avvia timide riforme politiche, annunciando che il potere legislativo sarà parzialmente esteso anche a persone che non appartengono alla famiglia reale. Negli ultimi giorni di marzo e nei primi di aprile la tensione è tornata particolarmente alta. Il 31 marzo il gruppo di manifestanti che si è attendato in un rondò della città di Sohar viene sloggiato con uso di cannoni ad acqua, proiettili di gomma e gas lacrimogeni. Venerdì 1 aprile una folla chiede la scarcerazione degli oppositori arrestati e la possibilità di tornare nella propria postazione di Sohar. Vengono scagliati sassi contro le forze di sicurezza che reagiscono. Un morto e alcuni feriti. Benché il sultano a metà aprile abbia annunciato un pacchetto di spesa di circa 2 miliardi e mezzo di dollari per venire incontro alle richieste dei manifestanti, per tutto il mese e anche nella prima metà di maggio si verificano ancora episodi di protesta, reazioni delle forze di sicurezza e alcuni arresti.
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