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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2011 alle ore 08:08.

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È scattata la caccia al tesoro estero stimato in 120 miliardi di dollari della "Gheddafi corporation" dopo il via libera dell'Onu, della Casa Bianca e della Ue. Ieri è stata la volta della Banca nazionale austriaca (OeNb) che ha confermato che sarà congelato tutto il patrimonio della famiglia di Muammar Gheddafi e delle persone del suo entourage in Austria, paese con uno dei segreti bancari più severi al mondo. Il figlio Saif al-islam, 38 anni, la mente finanziaria della famiglia, ha studiato a Vienna (oltre che a Londra), parla tedesco, e ha mantenuto buoni rapporti con l'establishment finanziario austriaco.

La OeNb, la banca centrale austrica, ha precisato che i depositi libici negli istituti finanziari austriaci ammontano a 1,2 miliardi di euro. Se, e in che misura, questi siano collegati al clan Gheddafi deve essere ancora chiarito.
Anche a Londra è caccia ai beni del colonnello. Ieri il governo britannico ha congelato la quota libica nella casa editrice Pearson che pubblica il Financial Times. La Libyan Investment Authority (Lia) possiede circa il 3,27% delle azioni del gruppo britannico che ha detto di aver ricevuto «pareri legali» secondo i quali le partecipazioni del fondo sovrano libico rientrano nel quadro delle sanzioni decretate contro il rais libico e la sua famiglia.
Londra ha già decretato un maxi-congelamento degli asset del colonnello e della sua famiglia in Gran Bretagna. Secondo le valutazioni di Londra, Gheddafi possiede circa 20 miliardi di sterline (32,2 miliardi di dollari, 23,4 miliardi di euro) in conti bancari, proprietà commerciali e una casa da 10 milioni di sterline nel quartiere di Hampstead. A cui si aggiungono i 30 miliardi di dollari congelati negli Stati Uniti, un record nelle operazioni di questo tipo effettuate dalla Casa Bianca.

Anche la Germania ha congelato i beni di uno dei figli del leader libico Muammar Gheddafi, per un valore di due milioni di euro e depositati presso una banca privata. Briciole nel panorama complessivo.
Il governo francese ha messo sotto sorveglianza beni e conti bancari del Colonnello. La Tracfin, la cellula anti-riciclaggio del ministero di Bercy, ha chiesto agli operatori finanziari di segnalare qualsiasi movimento sospetto intorno ai beni di Gheddafi e famiglia.
Il 24 febbraio il Consiglio federale (il governo elevetico) ha deciso di bloccare eventuali averi in Svizzera del leader libico e del suo clan. Nel 2008 secondo la Banca centrale svizzera i depositi intestati a cittadini libici ammontavano a 4,4 miliardi di euro ma dopo lo scontro diplomatico con Berna per l'arresto di Hannibal, uno degli otto figli di Gheddafi, da parte della polizia di Ginevra, i fondi scesero a 470 milioni di euro.
Anche in Olanda è partita la caccia al tesoro libico dalla disponibilità e partecipazioni della società petrolifera libica Tamoil.

La Gheddafi corporation arriva secondo stime a 120 miliardi di dollari complessivi, fiume di soldi arrivati dalla creazione di tre fondi di investimento: la Lybian investment authority (Lia) e la Lybian arab foreign investment company (Lafico) a cui si aggiunge la Laafico, finanziaria per l'Africa. I tre fondi detengono un vasto portafoglio, dove il confine tra propietà pubblica e cassa privata della famiglia è spesso labile e incerto.
La Lybian investment authority (Lia), (quota in UniCredit per un totale con la Banca centrale del 7,2%, 2,01% nel capitale di Finmeccanica, 1% di Eni) si inserisce nel ricco panorama di enti finanziari: Banca centrale libica, Lafico (quota ai tempi nella Fiat, ora 14,8% della Retelit – società attiva nel WiMax -, il 7,5% della Juventus, il 21,7% di Olcese) e la Laafico (finanziaria per l'Africa). Proprio la Laafico (Lybian arab African Investment Company) è una potenza economica poco nota presente in ben 24 paesi africani tra cui Gabon (concessione di 400mila ettari di foresta), Congo (stabilimento per la produzione di legname per arredamenti), Burkina Faso, Niger, Mali, Guinea (industria di produzione di succhi di frutta), Chad, Uganda (Hotel Lake Victoria a Entebbe), Benin, Liberia (industria della gomma), Etiopia, Nigeria, Madagascar, Repubblica dell'Africa centrale, Sudafrica (alberghi a 5 stelle a Johannesburg), Eritrea, Zimbabwe, Zambia (52 ville nell'area di Lusaka), Ruanda, Gambia, Ghana, Togo, Comoros, Repubblica democratica del Congo (Oryx Natural, società diamantifera).

Mancano all'appello Dubai e gli Emirati arabi uniti che per ora tacciono su eventuali fondi della famiglia Gheddafi.

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