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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2011 alle ore 08:07.

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Fiducia sul fisco comunale:il governo blinda il decretoFiducia sul fisco comunale:il governo blinda il decreto

Evitare qualsiasi finale a sorpresa sulla riforma più cara alla Lega: si spiega così la scelta del governo di porre sul fisco municipale la fiducia numero 42 dall'inizio della legislatura. Che la Camera voterà stasera. In caso di esito favorevole, il quarto decreto attuativo del federalismo potrà tornare già domani a Palazzo Chigi per il via libera definitivo.

Rebus da sciogliere su cedolare e perequazione (di Saverio Fossati e Gianni Trovati)

A formalizzare la decisione dell'esecutivo di "blindare" il provvedimento che assegna ai sindaci un mix di tributi propri e compartecipazioni, istituisce la cedolare secca sugli affitti e sostituisce l'Ici con l'imposta municipale unica (Imu) è stato ieri pomeriggio il ministro per i rapporti con il parlamento, Elio Vito, davanti all'aula di Montecitorio. E prima di lui l'avevano preannunciata i suoi colleghi delle Riforme e della Semplificazione, Umberto Bossi e Roberto Calderoli. «Meglio essere sicuri», ha detto il primo lasciando la conferenza dei capigruppo mattutina; «serve a dare rilievo alla riforma», ha aggiunto il secondo dopo il suo intervento in assemblea.

In realtà appariva chiaro da giorni che l'esecutivo si sarebbe cautelato dinanzi a una maggioranza in salita sì rispetto ai mesi scorsi, avendo ormai raggiunto quota 320, ma non abbastanza da mettere al sicuro l'articolato dal rischio di imboscate parlamentari o defezioni dell'ultimora. Se la scelta è stata giusta o meno lo si capirà alle 18 odierne quando, in diretta tv, si procederà alle dichiarazioni di voto sulla risoluzione presentata dal presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto. Un'ora e mezza dopo comincerà il tradizionale appello nominale. Ma salvo improbabili colpi di scena il sì appare scontato.

Dopo 113 giorni travagliati sta dunque per chiudersi l'avventura parlamentare del federalismo comunale. Che ha visto ieri andare in scena la replica di quanto avvenuto la settimana scorsa a Palazzo Madama. Identici si sono rivelati infatti il protagonista (Calderoli), il contenuto della rappresentazione (illustrare i contenuti del dlgs e spiegare perché in bicamerale il 3 febbraio scorso non si è andati al di là di un pareggio) e le parole di sostegno del ministro («le tasse non aumenteranno» e «abbiamo cambiato 50 commi su 70»).

L'unico elemento di discontinuità rispetto al dibattito in Senato è stato il ringraziamento rivolto da Calderoli al Quirinale che si era rifiutato di emanare il decreto varato dal governo nonostante il 15 a 15 registrato in commissione. «Ho avuto sostegno, aiuto e collaborazione non solo dal presidente – ha detto Calderoli – ma anche dai suoi collaboratori. Ritengo – ha aggiunto – che da tutti ci sia la possibilità di imparare e intendo proseguire su questa strada, con le istituzioni, con la maggioranza e le opposizioni».

Opposizioni che hanno ribadito il loro no. Sia di merito che di metodo. «La fiducia è un segno di debolezza del governo», ha sottolineato a più voci il Pd che è tornato a insistere sul rischio di aumento della pressione fiscale insito nel provvedimento. «È uno schiaffo al parlamento», gli ha fatto eco Massimo Donadi (Idv). Mentre Fli ha annunciato l'avvio dalla settimana prossima nelle piazze della campagna "La Lega ti frega".

Sul tema sono intervenuti anche i sindaci. Nell'evidenziare che il dlgs «può ridare ai comuni quel minimo di autonomia fiscale che negli ultimi anni è scomparsa, e questo è un fatto positivo» il presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino, ha auspicato che vengano introdotti gli opportuni «correttivi» all'Imu per evitare «che la nuova imposta pesi eccessivamente sugli immobili a uso commerciale, artigianale o industriale».

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