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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2011 alle ore 21:59.

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Una missione umanitaria italiana in Tunisia, dove si ammassano i profughi provenienti dalla Libia. È quanto è stato stabilito nel corso della riunione che il governo ha tenuto a Palazzo Chigi, con il premier Silvio Berlusconi e i ministri competenti. La missione, sottolineano fonti presenti al vertice, si pone l'obiettivo di dare assistenza a diecimila persone. I dettagli sono stati poi spiegati dal ministro dell'Interno Roberto Maroni durante la trasmissione Rai Ballarò. «Stasera, su richiesta mia e del ministro Frattini, abbiamo deciso di inviare entro 48 ore una missione umanitaria e sanitaria in Tunisia - senza aspettare la burocrazia europea - per fare un campo profughi e dare assistenza sul posto e impedire che le persone partano. Daremo sollievo, e cureremo le persone in territorio tunisino in accordo con le autorità del posto. Spero segua intervento altri paesi europei. Domani mattina - ha aggiunto Maroni - ci sarà una riunione tecnica».

L'annuncio nel pomeriggio di Frattini
Già oggi pomeriggio, durante la registrazione di Otto e mezzo, il ministro degli Esteri, Franco Frattini si era soffermato sulla difficile situazione dei profughi che fuggono dalla Libia. Secondo il ministro, ci sarebbero al momento «circa centomila profughi tra la Tunisia e il confine tra la Libia e l'Egitto. Abbiamo deciso di dispiegare una unità italiana alla frontiera, dotata di materiale umanitario e per l'assistenza medica. Prevediamo la presenza di gente della cooperazione. È difficile che li terranno lì. Se decidessero di imbarcarsi, troverebbero per primi l'Italia e Malta, poi la Grecia». A condurre la missione saranno la Croce Rossa, la protezione civile e i vigili del fuoco che allestiranno un «campo». A Palazzo Chigi si è fatto anche il punto sulla evacuazione di cittadini italiani e stranieri dalla Libia. Finora, con mezzi italiani sono stati evacuati 1.400 connazionali e 800 stranieri.

Colloquio Berlusconi-Cameron:aiuti anche da altri paesi
Nel corso della riunione interministeriale il premier Berlusconi si è poi assentato qualche minuto per un colloquio telefonico con il premier inglese David Cameron. Il Cavaliere ha informato il suo omologo britannico della decisione assunta dal vertice e ha quindi espresso l'auspicio che anche altri paesi possano autorizzare missioni umanitarie per fronteggiare l'emergenza profughi causata dalla crisi libica.

Marea umana invade confine con la Tunisia
Al confine tra la Libia e la Tunisia la situazione è infatti molto complicata e una marea umana ha trasformato questo lembo di terra in un girone dantesco. I militari tunisini, apparsi in numero esiguo per fronteggiare l'emergenza biblica lungo il confine, sono stati oggi costretti per la prima volta a sparare in aria e a usare i bastoni per riportare l'ordine e porre fine alle continue resse di chi si accalca per ottenere un pezzo di pane e un po' d'acqua in questo fazzoletto di terra che conta meno di cento metri. Si teme che tutto possa precipitare da un momento all'altro. A stento l'esercito riesce a controllare la situazione: per cercare di calmare la folla, i soldati hanno lanciato pane e bottiglie di acqua al di là della recinzione in cui sono costrette migliaia di persone. La ressa è stata risparmiata solo a donne e bambini, che vengono intercettati e fatti entrare da altro varco. Il resto della folla deve attendere di passare attraverso cinque corridoi pedonali per accedere alla Tunisia. Insomma, la situazione è incandescente e la missione umanitaria dovrebbe servire soprattutto ad arginare l'esodo verso le coste italiane. (Ce. Do.)

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