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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2011 alle ore 18:35.

La maggioranza scrive una lettera a Fini: sollevare il conflitto d'attribuzione nel caso RubyLa maggioranza scrive una lettera a Fini: sollevare il conflitto d'attribuzione nel caso Ruby

La maggioranza accelera sulla vicenda Ruby e si schiera compatta con Silvio Berlusconi. Così i capigruppo Fabrizio Cicchitto (Pdl), Marco Reguzzoni (Lega) e Luciano Sardelli (Iniziativa Responsabile) hanno inviato al presidente della Camera, Gianfranco Fini, una lettera nella quale chiedono di sollevare conflitto di attribuzioni fra i poteri dello Stato, «a tutela delle prerogative della Camera», sulla vicenda Ruby. Insomma, come annunciato già ieri dal Sole24ore.com, la maggioranza è pronta a ingaggiare lo scontro con i giudici milanesi portando avanti la tesi della competenza del tribunale dei ministri nella vicenda che coinvolge Berlusconi. Il conflitto, va detto, non sospende comunque il processo a carico del premier (la prima udienza è fissata per il 6 aprile) e quindi la difesa dovrà comunque ricorrere ad altri strumenti dilatori per ritardare il verdetto della corte.

Berlusconi verso il conflitto d'attribuzione sul caso Ruby - I legali mobilitano i deputati, la lettera (di Celestina Dominelli)

La lettera di Ghedini e Longo ai deputati della maggioranza
Che il premier fosse pronto a sollevare il conflitto lo si era già capito ieri. Quando i legali del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Piero Longo, avevano fatto recapitare ai deputati di Pdl e Lega, per il tramite dell'ufficio di presidenza del partito di Berlusconi, un voluminoso dossier contenente gli atti giudiziari del caso Ruby e la decisione assunta il 3 febbraio, quando la Camera aveva approvato la relazione di maggioranza della giunta per le autorizzazioni a procedere (firmata dal vicepresidente dei deputati, Antonio Leone) con la quale si rinviavano gli atti alla procura di Milano rigettando la richiesta di perquisizione degli uffici milanesi del premier. Oggi dunque il passo formale con la lettera dei tre capigruppo di maggioranza a Gianfranco Fini.

I capigruppo: illogici e infondati i capi d'imputazione contro il premier
Nella lettera Cicchitto, Reguzzoni e Sardelli chiedono, tra l'altro, di sollevare conflitto di attribuzioni per «l'assoluta infondatezza e illogicità dei capi di imputazione». All'organismo parlamentare, si legge nella lettera trasmessa a Fini, «non può essere sottratta una propria autonoma valutazione sulla natura ministeriale o non ministeriale dei reati oggetto di indagine giudiziaria. Né tantomeno ove non condivida la conclusione negativa espressa dal tribunale dei ministri - la possibilità di sollevare conflitto d'attribuzioni davanti alla Corte costituzionale - assumendo di essere stata menomata per effetto della decisione giudiziaria, della potestà riconosciutale dall'articolo 96 della Costituzione». I tre contestano nella missiva anche la «superficialità» che sarebbe stata dimostrata dai magistrati di Milano. La richiesta di sollevare conflitto è infatti nei confronti della procura e del gip di Milano che, per il caso Ruby, hanno contestato al premier i reati di concussione e prostituzione minorile.

Come funziona l'iter per sollevare il conflitto
La decisione deve ora passare per le forche caudine dell'ufficio di presidenza della Camera e dunque per le mani dell'ex alleato. La procedura a Montecitorio sul punto è delineata da un mix di regolamento e prassi che stabilisce il seguente iter: spetta al presidente Fini sottoporre subito tale richiesta all'esame dell'ufficio di presidenza. Quest'ultimo potrà decidere per il sì o per il no. In caso di giudizio favorevole Fini potrà chiedere un parere alla giunta per il regolamento (dove l'opposizione è avanti 6 a 5)). Ma questo non sarà in alcun modo vincolante. Una volta ottenuto tale parere, la questione dovrà tornare nelle mani dell'ufficio di presidenza che potrà anche decidere in modo opposto alla Giunta.

Strada in salita per la maggioranza nell'ufficio di presidenza
Se l'organismo presieduto da Fini dovesse concordare sulla necessità di sollevare conflitto di attribuzione, toccherà - e solo allora - all'aula votare. E a quel punto comincerà l'iter per appellarsi alla Corte Costituzionale il cui percorso non è comunque rapido ma può richiedere alcuni mesi (tra ammissibilità del ricorso e decisione nel merito mediamente passa oltre un anno prima che la Consulta si esprima sui conflitti). La strada della maggioranza è però tutta in salita perché nell'ufficio di presidenza Pdl e Lega non hanno i numeri nonostante si appresti a entrarvi Antonio Razzi in rappresentanza del nuovo gruppo che sostiene la maggioranza, quello dei "responsabili". Proprio oggi infatti il capogruppo provvisorio Sardelli ha scritto a Fini per chiedere ufficialmente l'ingresso di un proprio rappresentante nell'ufficio di presidenza. Dove i numeri sono comunque sfavorevoli alla maggioranza: su 19 membri Pdl e Lega possono infatti contare solo su 8 voti (che salirebbero a 9 con l'ingresso del responsabile) a fronte dei 10 dell'opposizione (5 Pd, 2 Udc, 1 Mpa, 1 Idv, 1 Fli; 11 con Fini che per prassi non vota). Il nuovo ingresso deve però passare attraverso l'elezione in aula di un segretario di presidenza, con scrutinio per chiamata nominale. Ora bisogna capire quando la votazione potrà avvenire, visto che è stata annunciata la fiducia sul decreto sul fisco municipale che occuperà i lavori fino a domani.

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