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Questo articolo è stato pubblicato il 01 marzo 2011 alle ore 15:26.

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Il corpo di una vittima, e l'ambiente in cui è avvenuto il delitto, parlano. Basta saperli ascoltare. Ecco quali sono le voci più utili e quelle che verranno ascoltate in futuro, secondo anche l'opinione di Luciano Garofano, generale ed ex comandante dei RIS (Reparto Carabinieri Investigazioni) di Parma, oggi consulente, considerato ancora il massimo esperto italiano di crime scene, appena rientrato dal congresso americano di medicina forense.

DNA: la possibilità di stabilire se il DNA trovato su un campione appartiene o meno a una persona ha rivoluzionato la medicina forsense. Il test non è esente da limiti, perché è esatto solo se è possibile studiare 10-15 regioni del DNA , se cioè sono diaponibili almeno 3-4 cellule; in caso il campione sia degradato o misto, l'esame comunque definisce una probabilità (molto alta). Con i sistemi attuali l'analisi richiede dalle 9 alle 24 ore, a seconda che sia o meno necessaria una purificazione del campione. Negli ultimi mesi, tuttavia, sono stati sviluppati test ultrarapidi, che in meno di quattro ore forniscono una risposta, particolarmente utili per confermare i fermi di polizia. L'accelerazione è resa possibile dall'adozione di dispositivi micronizzati (lab on a chip), su un chip. Bastano la saliva raccolta con un tampone nella bocca, pochi reagenti e un leggero riscaldamento. Una variante canadese prevede l'impiego di nanoparticlelle d'oro, anche in questo caso per arrivare a una risposta in poche ore e a temperatura ambiente.

Grazie a una recente applicazione messa a punto da un team europeo l'esame del DNA può inoltre permettere, se il campione è integro, di distinguere il colore dei capelli del proprietario del DNA; l'accuratezza è del 90 per cento in caso di capelli neri, dell'80 se i capelli sono castani o biondi, ed è possibile distinguere tra colori simili quali rosso spento e biondo o le diverse sfumature di biondo. L'esame è possibile grazie all'identificazione di 13 sequenze specifiche per i capelli disposte su 11 geni diversi.

SANGUE: è stato il primo campione biologico utilizzato in medicina forenese, e ha ancora molte cose da dire. Negli ultimi mesi, per esempio, è stata presentata una quantificazione di un sottotipo di DNA legato alla sintesi di linfociti T (il DNA circolare) la cui concentrazione declina con l'età. Per la prima volta si può dunque risalire all'età di chi ha lasciato una traccia di sangue oltreché al sesso, al profilo genetico, all'assunzione di farmaci e droghe o alcol.

IMPRONTE: l'identità, ma anche il consumo di farmaci o droghe, la dieta. Le impronte digitali, tutt'altro che superate, sono ancora oggi fonte inesauribile di informazioni. Un team di ricercatori inglesi ha messo a punto un esame che, tramite la spettrometria di massa (in particolare quella chiamata matrix-assisted laser desorption/ionisation mass spectrometry imaging (MALDI-MSI), permette di capire anche se la persona cui appartiene un'impronta ha toccato sostanze chimiche o cibi specifici o un preservativo, in questo caso in base alla presenza o meno di lubrificante per i casi di supposto abuso sessuale (vedi fig).

Di recente, poi, è stato compiuto un altro significativo passo in avanti: gli esperti della polizia scozzese sono riusciti a definire con precisione le impronte lasciate su un tessuto o su altre superfici, fatto finora spesso impossibile. Si sono serviti di una tecnica messa a punto negli anni settanta ma mai usata per i tessuti, chiamata deposizione di metallo nel vuoto, nella quale vapori di oro e zinco si depositano su superifici anche molto lisce, rilevando l'impronta.

I colleghi dell'Università della Pennsylvania hanno poi dimostrato che lo stesso metodo con altri reagenti permette di capire se l'impronta appartiene a un giovane o a un anziano, a una donna che sta allattando e così via, perché le impronte si modificano anche in funzione delle condizioni di salute o di eventi specifici quali alcune malattie o l'allattamento.

Moltissimo si sta poi facendo per definire l'impronta olfattiva di ciasciuno, che dipende dallo stato di salute, dai cosmetici usati, dal luogo di lavoro. I nasi elettronici stanno dando una grossa mano in questo senso, e la carta di identitià dello human scent potrebbe presto essere di complemento alle indagini.

BIOPSIE VIRTUALI: l'autopsia da film esiste ancora e resta fondamentale e insostiuibile fondamentale, ma accanto ad essa è sempre più frequente l'utilizzo di virtopsie, ossia autopsie virtuali, che si basano su tecnologie quali la TC, nella versione normale o come angio-TC postmortem, che può essere molto utile per capire le cause di una morte improvvisa (provocata, per esempio, da un'aneurisma o da un'anomalia vascolare che abbia causato l'arresto cardiaco). L'esame non è invasivo e fornisce risposte molto accurate. Sistemi basati sulla TC sono anche impiegati per definire con precisione la traiettoria di un proiettile nonché le imperfezioni sempre presenti su di esso così come nella canna. Infine, sempre la TC è ritenuta la tecnica migliore per identificare droga ingoiata dai corrieri (vedi fig) e presente, per esempio, sotto la lingua

DENTI: l'esame dell'arcata dentaria ha ormai raggiunto l'affidabilità di quello del DNA, e non a caso è stato determinante per esempio nel recente processo contro Raniero Busco, accusato di aver ucciso Simonetta Cesaroni. Un team spagnolo lo ha certificato, pubblicando i risultati ottenuti su oltre 3.000 arcate contenute nel database della polizia che dimostrano lo stesso margine di errore previsto per il DNA, e cioè 0,999 in una scala da 0 a 1. L'esame dei denti è complicato dal fatto che la dentatura cambia con l'età e con l'igiene orale, ma i medici legali sono in grado di tenere conto delle possibili variabili e di arrivare a un risultato (vedi fig).

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