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Questo articolo è stato pubblicato il 02 marzo 2011 alle ore 20:07.

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Rosa Russo Iervolino (Imago)Rosa Russo Iervolino (Imago)

Il consiglio comunale di Napoli è vicino alla sua fine. Trentuno consiglieri su sessanta del Comune di Napoli hanno infatti firmato quesata sera le dimissioni da palazzo San Giacomo decretando, probabilmente, lo scioglimento anticipato di qualche mese del Consiglio, rispetto al scadenza naturale della prossima primavera. Le dimissioni in blocco dei consiglieri sono state presentate al termine della seduta pomeridiana, dopo che in mattinata l'opposizione di centrodestra aveva depositato una mozione di sfiducia nei confronti del sindaco Rosa Russo Iervolino. In serata, quindi, l'accelerazione con le dimissioni da parte non solo dei consiglieri di minoranza ma anche di altri consiglieri fuorisciti negli ultimi mesi dai partiti che sostengono la giunta Jervolino.

Domani dimissioni notificate in Comune
La lettera di dimissioni della maggioranza dei consiglieri, sottocritta questa sera davanti a un notaio, sarà notificata al segretario generale del Comune che, a sua volta, dovrà informare il prefetto di Napoli Andrea De Martino. Successivamente potrebbero quindi attivarsi le procedure di scioglimento del Consiglio con la nomina di un prefetto che sosotituisca il sindaco Jervolino fino alle nuove elezioni, facendo sì che non sia la giunta Jervolino a gestire le prossime elezioni. A giudizio dei dimissionari, infatti, la gestione commissariale consentirebbe di assicurare una corretta informazione agli elettori sullo stato del bilancio comunale ed eviterebbe il rischio di «assunzioni elettorali» dell'ultim'ora da parte della giunta uscente.

Chi sono i trentuno dimissionari
Di fatto i 31 consiglieri che hanno firmato le proprie dimissioni sono: 17 del Pdl; 2 di Forza Italia; 3 Udc; 1 di Popolari per il Sud-Udeur; 1 di Gruppo misto; 1 di Nuovo Psi; 1 di Gruppo iniziativa popolare; 3 di Apn; 1 per il Gruppo riformisti democratici per il Sud; 1 di Fli, ossia Roberto De Masi ex assessore della prima giunta Iervolino. A sbloccare la situazione è stata la firma di Carmine Simeone, del Gruppo riformisti democratici per il Sud, che in un primo momento aveva soltanto deciso di appoggiare la mozione di sfiducia ma poi ha anche apposto la sua firma per le dimissioni.

Al centro dello scontro il bilancio comunale
In aula il sindaco si è difeso dalle accuse avanzate dalla maggioranza. «Il nostro è un bilancio povero, ma pulito, senza buchi, sotterfugi né alcuna cosa nascosta», è stata la replica della Iervolino dopo che il capogruppo del Pld, Carlo Lamura, aveva chiesto le dimissioni del primo cittadino così da permettere l'arrivo di un commissario di governo che certifichi la «reale situazione» delle casse comunali. «Voi pensate che la mia uscita di scena, adesso, in modo irrituale e scappando, darebbe la possibilità al Consiglio comunale e ai napoletani di conoscere la situazione di bilancio, - ha sottolineato - ma non serve perché il nostro è un bilancio povero, ma pulito e la maggioranza deve essere orgogliosa. Se mi dimettessi adesso nella situazione in cui ci troviamo sarei una vigliacca».

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