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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2011 alle ore 18:24.

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«Qui non ci sono figli di papà, ma persone che hanno davvero a cuore l'impresa». Davide Canavesio, amministratore delegato di Saet, lancia la corsa alla successione di Federica Guidi e a due mesi dal voto di fine aprile presenta la sua squadra. Imprenditori e imprenditrici che insieme a lui hanno elaborato il piano per la guida dei Giovani di Confindustria nei prossimi tre anni. Un progetto che Canavesio riassume così: "La passione di essere giovani imprenditori". Quella passione che lo porta ironicamente a dire: «Basta con il definirci la classe dirigente di domani. Cos'è questo domani? Quando arriva il momento di pagare i fornitori, non diciamo mica: pagherò domani». Eccola lì, la passione. «In qualità di giovani e imprenditori riteniamo sia nostro dovere assumere un ruolo sempre più attivo come classe dirigente del presente nel determinare la visione strategica dell'Italia, nel riportare il dibattito sulle scelte importanti per il futuro del nostro paese».

L'obiettivo della sua candidatura è quindi di delineare nel corso del prossimo mandato il piano industriale e strategico dell'Italia nei decenni a venire. «Troppo spesso ci ritroviamo frustrati in un paese che fatica a dare delle risposte», spiega. «Ebbene, abbiamo deciso di iniziare a scriverle, alcune di queste risposte. Oggi per esempio si inizia a parlare di quante risorse libereremmo se tutti pagassero le tasse o se la burocrazia fosse efficiente. Ma nessuno discute di cosa fare una volta ottenute queste risorse». Dove sono allora le risposte? Nei "quattro pilastri" su cui fonda il suo programma: apertura internazionale, il "movimento" come base di pensiero, l'inno all'imprenditorialità, la classe dirigente di oggi.
Torinese, classe '71, laurea in economia e master ad Harvard, dallo scorso anno Canavesio è presidente dei Giovani di Confindustria Torino. Ha iniziato la sua carriera professionale collaborando con le Nazioni Unite a Nairobi e occupandosi di consulenza strategica per importanti società. Poi nel 2006 la decisione di rientrare in Italia, per evitare che la Saet, produttrice di impianti ad alta tecnologia per trattamenti termici a induzione, venisse ceduta a un gruppo straniero. Grazie anche all'esperienza internazionale, agli investimenti in ricerca e sviluppo, Canavesio è riuscito a portare l'azienda tra i primi cinque produttori al mondo nel proprio settore, e ad aprire altre sette sedi nel mondo.

Quando parla di apertura internazionale, sa quel che dice. E' stato responsabile dei temi del G8 e G20 in seno al Comitato internazionale di Confindustria Giovani a livello nazionale, e nel luglio 2009 tra gli ideatori, nonché sherpa italiano, del primo G8 of the Young Entrepreneurs di Stresa, «dove per la prima volta i giovani imprenditori di tutto il mondo hanno lavorato fianco a fianco per costruire la dichiarazione ad integrazione dello statement del G8 dei capi di Governo svoltosi a L'Aquila». Come legge le rivolte in Nord Africa? «Dobbiamo chiederci come sarà tra 30 anni quell'area, invece di impantanarci nelle solite discussioni immigrazione sì, immigrazione no. La copertina di Newsweek di un anno fa diceva: Europa al bivio, aprirsi come gli Usa o chiudersi come il Giappone? I paesi del Mediterraneo sono un'opportunità, come dire: la nostra Cina».

Riguardo al "movimento" come base di pensiero, «siamo consapevoli che il contributo delle Associazioni sul territorio è fondamentale per costruire il futuro dell'Italia intera. Non vogliamo però diventare lo sportello delle imprese, ma il punto di riferimento per i ventenni che intendono fare impresa». Perché l'inno all'imprenditorialità? «L'obiettivo è portare i valori aziendali anche nella politica, assegnando al lavoro un ruolo centrale nella società, affinché il paese possa costituire ancora un'attrattiva, non solo per gli stranieri ma anche per i nostri giovani».

Il team di Canavesio è coordinato dal candidato vice presidente Jacopo Silva, amministratore delegato delle aziende del gruppo Silva e attuale consigliere nella Presidenza nazionale dei Giovani imprenditori di Confindustria, con delega alle politiche per la modernizzazione del paese. «Vorrei dare alla definizione di giovane una connotazione culturale, più che anagrafica», dichiara Silva. «Giovane è chi si interessa al lungo periodo, chi ha a cuore il futuro e sa guardare avanti, oltre gli interessi immediati». In Italia c'è un tema generazionale, insomma, ma non si affronta con la cesoia del "fatevi da parte". Loro, i giovani, vogliono conquistare il proprio spazio con le proposte, con le idee.

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