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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2011 alle ore 06:38.

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La battaglia per la "banca del villaggio" è diventata guerra, e si combatterà in tribunale. Grameen Bank contro il governo del Bangladesh, o forse sarebbe meglio dire Sheikh Hasina Wajed contro Muhammad Yunus, primo ministro contro pioniere del microcredito. Tutto è stato fatto, nel corso del lungo feudo, per incrinare le immagini che si alternano sulla testata del sito di Grameen Bank, da lui fondata. Il professor Yunus che riceve il premio Nobel per la Pace nel 2006, Yunus circondato da bambini sorridenti: sono i più giovani tra i clienti a cui la banca concede in prestito piccole somme di denaro senza chiedere garanzie collaterali, per permettere loro di sfuggire alla miseria creando micro-attività. La decisione di rimuovere «immediatamente» l'amministratore delegato, comunicata ieri dalla Banca centrale del Bangladesh, avrebbe dovuto essere il punto culminante del confronto con il governo di Dhaka. Ma Grameen Bank non ha accettato la decisione: «Questa è ora una questione legale - ha scritto in una nota - il professor Muhammad Yunus, laureato Nobel, mantiene il proprio incarico».
Gli "Amici di Grameen", un'iniziativa lanciata nei giorni scorsi per promuovere lo sviluppo del microcredito ma anche per salvaguardare l'indipendenza di Grameen Bank e del suo fondatore, sostengono che gli attacchi «sempre più aggressivi» contro Muhammad Yunus abbiano radici politiche. Che risalgono al 2007, quando il banchiere dei poveri manifestò l'intenzione di fondare in Bangladesh un nuovo partito che avrebbe voluto chiamare "Potere del cittadino". Priorità sarebbe stata la lotta alla corruzione, una delle accuse rivolte contro Sheikh Hasina che all'epoca era stata allontanata dal potere. Scettica sui benefici reali del microcredito, in dicembre il primo ministro è arrivata ad accusare Yunus di «succhiare sangue ai poveri», e di considerare Grameen Bank - in cui il governo ha una quota del 5% - come una proprietà personale.
Ora la Banca centrale sostiene che Yunus non può restare al proprio posto per ragioni di età, avendo superato a 71 anni il limite di 60 imposto dai regolamenti. In realtà il premio Nobel è nel mirino da mesi: tra l'altro il presidente di Grameen Bank nominato dal governo, Muzammel Huq, sostiene che Yunus non avesse l'approvazione della Banca centrale al momento della nomina ad amministratore delegato, nel lontano 1999. In dicembre poi un documentario della tv norvegese accusò Grameen Bank di aver destinato ad attività diverse dal credito aiuti ricevuti da Oslo negli anni 90. Sheikh Hasina ordinò un'inchiesta, malgrado il ministro norvegese dello Sviluppo Erik Solheim avesse precisato in seguito di non avere «alcuna indicazione» di abusi riguardanti la gestione dei fondi.
Irregolarità finanziarie, evasione fiscale, l'ombra del sospetto che il microcredito imponga condizioni troppo onerose da sostenere: se il governo del Bangladesh non trascura nulla per screditare Yunus, all'estero sono in molti ad accorrere in sua difesa. Tra loro Mary Robinson, ex presidente irlandese, Kerry Kennedy o James Wolfensohn, ex presidente della Banca mondiale, tutti "Amici di Grameen". Per loro Yunus è vittima di una campagna di disinformazione: «Il modello Grameen Bank è sostenibile - afferma il gruppo - i tassi di interesse sono trasparenti e ragionevoli. Contiamo di sostenere questa nobile causa in ogni modo possibile».
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PIONIERI

La banca del villaggio
La Grameen Bank di Muhammad Yunus, da lui fondata nel 1983, si occupa di microfinanza in Bangladesh e in India - negli stati del Bengala occidentale e del Sikkim. È stata la prima banca dei poveri, modello poi ripreso in altri paesi. Concede microprestiti senza richiedere garanzie collaterali, consentendo quindi accesso al credito alle fasce più povere delle popolazioni locali. Copre il 95% dei villaggi del Bangladesh, e attualmente ha in corso prestiti per 955 milioni di dollari nei confronti di 8,3 milioni di persone. È coinvolta in diverse altre attività in Bangladesh, tra cui jv con la francese Danone e la norvegese Telenor

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