Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2011 alle ore 17:53.

My24

Si stabilisce la prima fase della riforma a livello municipale: dal 2011 è prevista le devoluzione ai comuni, relativamente agli immobili ubicati nel loro territorio, del gettito dei seguenti tributi: imposta di registro e bollo su atti soggetti a trascrizione, imposta di registo e bollo sui contratti di locazione relativi a immobili, imposta ipotecaria e catastale, Irpef (in relazione ai redditi fondiari, escluso però il reddito agrario), tributi speciali catastali, tasse ipotecarie, cedolare secca sugli affitti. Per quanto riguarda: imposta di registro e bollo su atti soggetti a trascrizione, imposta ipotecaria e catastale, tributi speciali catastali e tasse ipotecarie la devoluzione del gettito è del 30 per cento.

La quota di gettito sulla cedora secca sugli affitti devoluta ai comuni è del 21,7% per il 2011 e il 21,6% a decorrere dal 2012. È poi istituito un fondo sperimentale di riequilibrio, di durata triennale, per realizzare in forma progressiva e territorialmente equilibrata la devoluzione ai comuni. Sempre a decorrere dal 2011 viene introdotta a favore dei comuni una compartecipazione al gettito dell'imposta sul valore aggiunto, da stabilirsi con Dpcm, d'intesa con la conferenza unificata. Per quanto riguarda invece la percentuale del gettito dell'imposta sul valore aggiunto, questa dovrà essere fissata, nel rispetto di saldi di finanza pubblica, in modo da determinare un ammontare di risorse equivalente alla compartecipazione al gettito Irpef pari al 2 per cento. In sede di prima applicazione, e in attesa della determinazione del gettito Iva ripartito per ogni comune, l'assegnazione del gettito ai comuni avviene sulla base del gettito Iva per provincia suddiviso per il numero di abitanti di ciascun comune. Attenzione: il gettito delle imposte ipotecaria e catastale relative agli atti soggetti a imposta sul valore aggiunto resta attribuito allo Stato. Dal 2012 poi l'addizionale all'accisa sull'energia elettrica cessa di essere applicata nelle regioni a statuto ordinario. Nei medesimi territori è aumentata l'accisa erariale. Ai comuni è in ogni caso garantito che le variazioni annuali del gettito loro attribuito ai sensi del presente articolo 2 non determinino la modifica delle aliquote e delle quote indicate sempre nel presente articolo. Tali aliquote e quota potranno essere modificate solo con Dpcm, d'intesa con la conferenza Stato-città. In particolare: dal 2014 la quota di gettito devoluta ai comuni dalla cedolare secca può essere incrementata sino alla devoluzione della totalità del gettito stesso. L'assetto della finanza locale che si viene così a delineare, scrive la relazione tecnica del Tesoro, imprime una decisa accelerazione al processo di riforma della fiscalità, che intende abbandonare il criterio della spesa storica finanziata secondo una logica incrementale e realizzare il definitivo passaggio dalla finanza derivata a quella propria dei comuni, innescando anche meccanismi di maggior trasparenza. Una specifica importante: per i comuni che esercitano in forma associata le funzione fondamentali saranno stabilite forme di riparto differenziate e comunque idonee ad assicurare che sia ripartito in favore dei predetti enti una quota non inferiore al 20% della dotazione del fondo di riequilibrio, ferma restando comunque la quota da ripartire tra tutti i comuni in base alla popolazione residente.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi