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Questo articolo è stato pubblicato il 03 marzo 2011 alle ore 19:29.

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I prossimi 15 e 16 maggio in diverse regioni si svolgeranno le elezioni amministrative, il 28 e 29 maggio l'eventuale ballottaggio, il 17 marzo è stata proclamata festa nazionale a tutti gli effetti. Con la conseguenza che le scuole resteranno chiuse. Come pure non si farà lezione nei plessi destinati a ospitare i seggi elettorali. Studenti felici di rimanere a casa, famiglie che lavorano un po' meno: ma tutto questo che effetti ha sulla validità dell'anno scolastico? Vale a dire sui famosi "200 giorni" che la legge prevede come durata delle lezioni ai fini della validità, appunto, di un anno scolastico. In realtà, praticamente nessuna. Perché si tratta, spiegano alcuni dirigenti scolastici, di «eventi eccezionali» e comunque «già messi in conto nella predisposizione dei calendari scolastici regionali». Vediamo come.

La normativa di riferimento
Secondo l'attuale normativa, spetta al ministero dell'Istruzione fissare anno per anno i giorni di festività a rilevanza nazionale e le date di svolgimento degli esami di stato. Quest'anno viale Trastevere lo ha fatto con un'ordinanza del 25 giugno 2010. Compete invece alle regioni stabilire per le scuole del proprio territorio i giorni di inizio e fine delle lezioni, le vacanze di Natale e Pasqua ed eventuali altri momenti di sospensione delle lezioni. Ogni scuola poi, nella propria autonomia, può introdurre ulteriori "giorni di festa", salvo poi compensarli con altrettanti giorni di lezione. In più: in base al Dpr 122/2009 per gli studenti l'anno scolastico è valido se non si superano i 50 giorni d'assenza. Cioè devono frequentare almeno tre quarti dell'orario annuale personalizzato.

I trucchi per rispettare i 200 giorni
Detto questo, proseguono i dirigenti scolastici, ogni regione fissa un numero di giorni di lezione "elastico". Superiore cioè ai 200 giorni canonici. In Calabria per esempio il calendario scolastico è di 209 giorni. In questo modo, spiegano, si riesce "compensare" eventuali eventi di forza maggiore. C'è poi uno spazio di manovra delle scuole. In un istituto della provincia di Cosenza si è deciso di introdurre come "festa" il 7 e l'8 marzo per il carnevale. Contestualmente sono stati già fissati i giorni "di recupero": posticipando le vacanze di Natale al 23 dicembre e facendo andare i ragazzi a scuola il mercoledì santo.

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