Il soldato Manning, gola profonda di Wikileaks, rischia l'ergastolo

Il soldato americano Bradley Manning, detenuto per aver fornito a Wikileaks numerosi documenti riservati americani, è stato accusato dalla giustizia militare di 22 nuovi capi di imputazione, tra cui «collusione con il nemico».

Questo capo di accusa è punibile con la pena di morte ma i procuratori hanno deciso di non richiederla, il giovane soldato di 23 anni rischia dunque l'ergastolo.
L'analista dei servizi segreti in Iraq era stato già accusato di dodici capi di imputazione ed è chiuso in isolamento da luglio in un carcere militare della Virginia.

Unica persona al mondo attualmente perseguita per le fughe di notizie pubblicate da Wikileaks, il giovane è al momento oggetto di una perizia psicologica e psichiatrica che ha ritardato l'apertura delle udienze preliminari al processo. Nel sito internet dedicato al soldato il suo avvocato David Coombs ha detto di non essere sorpreso dai nuovi capi di imputazione e ha ricordato che solo una giuria militare «determinerà in via definitiva quali capi saranno portati di fronte alla corte marziale».

Bradley Manning ha presentato denuncia contro le sue condizioni di detenzione e Coombs ha chiesto per il suo cliente che sia revocato il regime di isolamento, dove è sorvegliato in modo permanente, per impedire che si tolga la vita o si provochi ferite.

Nel frattempo il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, ha inoltrato ufficialmente appello contro la sua estradizione in Svezia.

Presto un film sulla vicenda
Steven Spielberg ha acquistato i diritti del libro «Inside WikiLeaks» di Daniel Domscheit-Berg, l'ex portavoce del sito entrato in rotta di collisione con Assange, pubblicato da pochi giorni da Marsilio insieme a quelli di un altro libro su Wikileaks scritto da due giornalisti del Guardian. Presto il regista ne farà un film che verrà realizzato dal suo studio DreamWorks.

©RIPRODUZIONE RISERVATA