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Questo articolo è stato pubblicato il 04 marzo 2011 alle ore 06:36.

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FRANCOFORTE - La Banca centrale europea ha aperto ieri la porta a un prossimo aumento del costo del denaro nella zona euro. Pur di evitare una spirale salariale in un contesto di forte incremento del prezzo del petrolio e di crescita migliore del previsto, il presidente Jean-Claude Trichet ha avvertito che una stretta monetaria è «possibile» addirittura già in aprile. Nel contempo la Bce ha deciso di continuare almeno fino a giugno a offrire liquidità a buon mercato al sistema bancario.

«La posizione del consiglio direttivo - ha spiegato ieri Trichet durante una conferenza stampa - è che un aumento dei tassi d'interesse nella nostra prossima riunione è possibile». L'annuncio è giunto dopo che, nel riassumere il punto di vista della Bce, il banchiere centrale ha avvertito che i rischi di inflazione sono ormai «al rialzo», non più «bilanciati», e che l'istituto monetario è «molto vigile» nell'analizzare le pressioni inflazionistiche.

A dispetto della sorpresa del mercato, la scelta del consiglio di preparare il terreno a un prossimo rialzo del costo del denaro, fermo all'1% dal maggio 2009, non è giunta inaspettata. Da quattro settimane non passa quasi giorno senza che un banchiere centrale si dica preoccupato dall'aumento del prezzo del petrolio e dal suo impatto sul tasso d'inflazione in generale. In febbraio, nella zona euro i prezzi al consumo sono saliti del 2,4% annuo.

«Quando c'è uno shock (petrolifero, ndr), ed è quello a cui stiamo assistendo oggi, la nostra responsabilità è di evitare un effetto-travaso» sui salari, ha spiegato Trichet, indicando come più probabile una stretta di 25 punti base. In alcuni paesi, come in Germania, i sindacati stanno facendo campagna per aumenti generosi. Molti banchieri centrali sono preoccupati all'idea che l'esempio tedesco venga preso come modello in altri paesi meno virtuosi e meno produttivi.

In questo senso, il presidente della Bce ha sottolineato ieri che un eventuale incremento dei tassi dovrebbe servire a «evitare una spirale salariale». Rispondendo alle domande della stampa sul significato a medio termine di un prossimo rialzo del costo del denaro, Trichet ha precisato: «Certamente non riflette l'inizio di una serie di aumenti dei tassi d'interesse». Ieri la Bce è rimasta cauta, vista la perdurante incertezza politica ed economica provocata anche dalla crisi libica.

A dispetto del suo annuncio, la Bce ha voluto precisare di «non prendere mai impegni ex ante». Molti economisti però ieri erano ormai convinti: «A meno di nuovi fattori molto negativi, il linguaggio utilizzato dalla Bce fa pensare che agirà» in aprile, ha commentato Julian Callow, di Barclays Capital. Altri ieri sera già si interrogavano sull'impatto che questa futura decisione avrà sul costo del servizio del debito dei paesi più fragili dell'Unione monetaria.

Più in generale, dietro all'annuncio di Trichet c'è il desiderio della Bce di avvertire i governi della zona euro che l'istituto monetario non verrà meno al suo impegno per la stabilità dei prezzi e che spetta ai singoli paesi rimettere ordine nei conti pubblici o nelle economie nazionali. Dal canto suo, Jürgen Michels, analista di Citigroup, è convinto che la Bce aumenterà i tassi d'interesse almeno due volte entro fine anno, per portare il costo del denaro all'1,5%.

L'istituto monetario ha anche deciso di rallentare l'uscita dalle misure di emergenza finanziaria decise a suo tempo in occasione del drammatico fallimento di Lehman Brothers. Le operazioni di rifinanziamento a tre mesi rimarranno a tasso fisso e ad ammontare illimitato fino a giugno, come quelle settimanali e mensili. È ancora presto per smantellare questa rete di protezione, mentre alcune banche sono ancora molto dipendenti dall'aiuto della Bce.

La stessa incertezza europea suggerisce cautela. I governi nazionali sono alla ricerca di un accordo su un nuovo assetto di politica economica nella zona euro. Se i negoziati dovessero deludere, i mercati potrebbero reagire male. Comunque ieri Trichet ha ribadito che la gestione della liquidità e la politica monetaria viaggiano su due binari diversi, confermando indirettamente l'intenzione di alzare i tassi prossimamente, a meno di un brusco peggioramento della situazione finanziaria.

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