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Questo articolo è stato pubblicato il 05 marzo 2011 alle ore 08:12.
«Ci vuole un memoriale vivente, un monumento capace di parlare nel tempo». La proposta, già avanzata nei mesi scorsi al Sole 24 Ore dal generale Alberto Ficuciello, è stata fatta propria ieri da Gianni Letta, appena nominato presidente della fondazione Memoriale. «Bisogna realizzare un'opera che sia motivo di riflessione – ha detto ieri Ficuciello – non una rappresentazione iconografica per i pochi che ci passeranno davanti, serve un'idea che abbia la maggior fruibilità possibile. Un edificio, forse una biblioteca, che riesca a divulgare ideali e valori alle giovani generazioni».
Il primo obiettivo della «Fondazione Memoriale Caduti di Pace» è proprio quello di realizzare un monumento: il progetto sarà scelto attraverso un concorso internazionale d'arte e di architettura con lo scopo di sollecitare un dibattito pubblico che sarà alimentato anche dal lavoro di un comitato tecnico-scientifico composto da personalità qualificate nei campi dell'arte, dell'architettura e dell'urbanistica. «Il monumento sarà realizzato nel luogo stabilito dal consiglio di amministrazione – si legge nello statuto della Fondazione -. Anche la scelta del progetto nonché la realizzazione del monumento sono effettuate dal consiglio di amministrazione su proposta del comitato tecnico-scientifico».
Il Sole 24 Ore lavora a questo progetto e alle sue implicazioni artistiche e architettoniche dal settembre 2009, dopo l'attentato in cui a Kabul persero la vita sei paracadutisti della Folgore. In questi mesi è stato promosso un primo concorso informale con le idee, i disegni, le riflessioni che hanno mandato 30 architetti tra i più importanti d'Italia e del mondo. L'accoglienza che l'idea ha avuto è il segno di come la memoria sia condivisa, non solo in Italia. Tra i primi a scendere in campo c'è stato l'americano Daniel Libeskind, autore del museo ebraico a Berlino, poi Benedetta Tagliabue dalla Spagna e i giovani Carmody&Groarke da Londra. Questi ultimi sono autori anche del memoriale per gli attentati del 7 luglio 2005 alla metropolitana di Londra.
Tra gli italiani hanno partecipato Mario Bellini, Paolo Portoghesi, Franco Purini e Alessandro Anselmi, ma anche Cino Zucchi a Francesco Garofalo. Ancora, hanno risposto all'appello i veneti C+S Associati, i romani Ricci&Spaini, King Roselli Architetti e Scape, i napoletani Corvino+Multari e i genovesi 5+1AA. Tra loro c'è chi ha lavorato sul tema del paesaggio, come Andreas Kipar, lo studio Ian+ che ha proposto un'idea per «i recinti della memoria» o ancora Michele De Lucchi che ha proposto «una passeggiata della memoria». Tanti anche gli spazi pubblici come la “piazza meridiana” di Mario Botta o come il centro culturale proposto da Mab Arquitectura. Alcuni, come Portoghesi, hanno recuperato immagini classiche, come «la collina degli ulivi», altri hanno fatto una riflessione sul tema delle nuove forme di comunicazione. Abolita la retorica.
Alcuni hanno pensato a allestimenti temporanei leggeri: Ricci&Spaini, ad esempio, ha suggerito un'installazione luminosa sull'Altare della patria in piazza Venezia, altri come lo stesso Libeskind preferiscono celebrare la memoria in un luogo preciso, attraverso un'attrazione urbanistica e architettonica, facilmente raggiungibile da molte persone. L'architettura è servita per disseminare l'idea del monumento; l'idea è tornata indietro ogni volta arricchita, articolata nei significati, vista da angoli visuali diversi. Tutto questo è stato un lavoro propedeutico al concorso vero e proprio che promuoverà la neo-nata Fondazione. Le idee saranno utili al comitato tecnico-scientifico per impostare la competizione internazionale che stavolta sarà formale e avrà premi per le idee vincenti.
Significativo che, fra i progetti presentati, quello di uno degli studi più giovani, i romani trentenni di Scape, più degli altri si avvicini all'idea di Ficuciello di un memoriale vivo e interattivo capace di informare e far riflettere. Il concorso vero e proprio ripartirà probabilmente da lì.