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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2011 alle ore 14:44.

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Sì di Bossi alla riforma della giustizia. Rutelli: una proposta dal terzo polo - Giallo sui processi in corsoSì di Bossi alla riforma della giustizia. Rutelli: una proposta dal terzo polo - Giallo sui processi in corso

Giovedì la riforma della giustizia sarà presentata in consiglio dei ministri. ll ministro Angelino Alfano ha messo in evidenza i punti principali delle riforma: parità tra accusa e difesa e separazione tra le carriere, responsabilità civile dei magistrati, sdoppiamento del consiglio superiore della magistratura e scorporo della sezione disciplinare. La riforma è costituzionale, quindi prevede una doppia approvazione. con la maggioranza assoluta nella seconda.

Le reazioni. Via libera alla riforma della giustizia, ma non si tratta di una sorta di scambio con quella del federalismo. Lo ha voluto chiarire il leader della Lega Umberto Bossi. «Sì, ci sarà il nostro appoggio alla riforma della Giustizia - ha affermato -, ma «non è una merce di scambio, perchè il federalismo Berlusconi ce lo doveva dare comunque, è nel patto elettorale». «Berlusconi è uno che mantiene la parola, con noi l'ha sempre mantenuta», si è limitato ad aggiungere il segretario della Lega Nord prima di lasciare una festa del Carroccio a Bergamo.

Il leader dell'Api Francesco Rutelli ha posto i primi paletti. L'importante, è stato il suo ragionamento, è che le modifiche siano sistematiche, e non venga proposta «una leggina nell'interesse di una sola persona». «Io penso che il terzo polo debba avanzare una proposta di riforma sistematica della Giustizia. Nei prossimi giorni con Udc e Fli definiremo le condizioni per un intervento in materia». Lo ha detto il leader dell'Api, Francesco Rutelli, a margine del convegno nazionale dei giovani del suo partito che si è concluso oggi a Roma. «Sono favorevole a una più marcata divisione delle funzioni tra giudici e pm - ha aggiunto rispondendo ai giornalisti che gli dicevano che il leader dell'Udc Casini si era detto non contrario a una separazione delle carriere ai magistrati - e vedremo di trovare con gli altri del terzo polo un punto di sintesi. Ma se la scelta del Governo è portare gli inquirenti sotto l'Esecutivo non se ne parla». «Serve - ha concluso - una proposta di riforma sistematica che sbarri la porta, però, agli interventi ad personam che sono stati il cancro di questi diciassette anni di governo Berlusconi»

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