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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2011 alle ore 15:25.
La scalata del premier Silvio Berlusconi al Corriere? «Non ci credo e non è possibile». Il patron della Tod's Diego Della Valle, intervenuto oggi nella trasmissione «In mezz'ora» di Lucia Annunziata, ha escluso un ingresso del presidente del Consiglio nell'azionariato del quotidiano di Via Solferino. «Se c'è il libero mercato, ognuno giocherà la sua partita. E noi siamo della partita. Se la Rizzoli (società che edita Il Corriere della Sera, ndr) dovesse andare sul mercato - ha poi spiegato l'imprenditore marchigiano - saremmo molto interessati a far crescere le nostre quote». L'obiettivo, più in generale, è mettere in atto «una rivoluzione pacifica» nel mondo economico: «Con le questioni politiche - ha spiegato l'imprenditore - non c'entra assolutamente nulla perché questa, se sarà, è una buona e pacifica rivoluzione nel mondo degli imprenditori. Credo che gli imprenditori, prima di criticare la politica, devono vedere a casa loro quali sono le cose che si possono migliorare, e d è quello che stiamo cercando di fare».
Geronzi fa un uso improprio del suo ruolo in Rcs. Il presidente di Generali Cesare Geronzi, ha sottolineato Della Valle, fa un uso improprio del suo ruolo in Rcs. Secondo il patron della Tod's Generali deve vendere adesso la sua quota nella società editrice «perchè l'attuale presidente delle Generali fa un utilizzo improprio del ruolo piccolo che ha in Rcs, dando l'impressione che è lui alla guida di Rcs. Tutto questo non è vero, perchè così si creano imprecisioni su tanti ruoli». Di qui, la conclusione: «Se vogliamo avere una vita tranquilla, ma abbiamo un presidente che vive in maniera massmediatica il suo ruolo, è meglio vendere quando conviene, almeno così rientriamo nei ranghi».
Della Valle ha poi sfumato il termine «improprio» sul ruolo di Geronzi in Rcs, spiegando che del suo ruolo nel Cda «ne fa un utilizzo che non è "vero", perchè Rizzoli ha un cda ottimo ed è gestita da quel consiglio. Tutto quello che si racconta che c'è prima e dopo, persone che parlano e decidono, non è più vero». Per questo, ha sottolineato Della Valle, «non si può utilizzare il 3,5% della Rizzoli per dare l'impressione che si possa supervisionare la comunicazione di parte del Paese. Bisogna fare un passo indietro». Giovanni Bazoli e Cesare Geronzi, ha continuato l'imprenditore, sono due "arzilli vecchietti" ma Bazoli è diverso perchè lavora pensando al bene del sistema e non anche alla carriera. Della Valle ha ricordato di aver fatto nelle scorse settimane una distinzione tra il presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo e il presidente delle Generali «perchè distinguevo la qualità delle due persone. Quando dicevo "arzilli vecchietti" io intendevo tutte e due le persone, ma non per accomunarle in un disegno: il distinguo che ho fatto dopo è sulla qualità delle persone».
Nessuna scalata. «Pensare che qualcuno possa scalare la Rizzoli ora è pura fantascienza» ha continuato il patron della Tod's. Il Corriere, ha spiegato, «non è una signora che aspetta alla fermata del tram, è una bellissima azienda che ha 18 azionisti perbene». Allo stesso tempo, è difficile che quote rilevanti possano arrivare ora sul mercato: «C'è un patto di sindacato per alcuni anni, che tutti noi rispettiamo e quindi per almeno un paio d'anni tecnicamente non può arrivare sul mercato nulla di preoccupante. Io mi auguro che una volta finito questo patto, ci sia la possibilità per chiunque di noi ne abbia voglia di investirci e prendersi i suoi rischi».
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