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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2011 alle ore 08:15.

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MILANO
Il cambio di strategia è evidente. Il premier Silvio Berlusconi intende essere presente il più possibile in tutte le aule in cui si dibattono i casi che lo vedono imputato o indagato. Dal processo Mediaset, a quello Mediatrade, dal processo Mills al caso «Ruby». Un mutamento di approccio, che rievoca il comportamento tenuto da Giulio Andreotti nel corso del processo di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa. Le ragioni della decisione sarebbero da ricercare negli esiti di alcuni sondaggi che vedrebbero in salita l'«indice di gradimento» del presidente del Consiglio qualora partecipi direttamente alle udienze.
Dunque non più la strenua opposizione ai giudici del legittimo impedimento, quanto la richiesta, formalizzata anche nell'incontro tenutosi venerdì scorso tra i legali del premier Niccolò Ghedini e Piero Longo e il presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro, di armonizzare il calendario delle udienze per contemperare le esigenze del tribunale con quelle istituzionali della presidenza del Consiglio. Ieri, prima che iniziasse l'udienza preliminare sul caso Mediatrade, Ghedini ha chiarito ancora meglio il concetto. «Bisogna bilanciare gli impegni istituzionali di Berlusconi con quelli processuali. Ma lui è disponibile anche a doppie udienze il lunedì e ha spiegato Ghedini, «non a due dibattimenti ma a un dibattimento e a un'udienza preliminare nello stesso giorno. Da noi è arrivato un notevole sforzo collaborativo ed è il massimo che si può pretendere da un presidente del Consiglio».
In altre parole Berlusconi si è reso disponibile per quattro udienze al mese, il lunedì, salvo recuperare in casi estremi, il sabato, una giornata solitamente dedicata a incontri internazionali. Quanto all'udienza preliminare di ieri sul caso Mediatrade, dove il premier è indagato con altre 12 persone, tra cui il figlio Pier Silvio e Fedele Confalonieri, per frode fiscale e appropriazione indebita, è durata soltanto pochi minuti: il tempo necessario al gup milanese Maria Vicidomini per constatare come, per alcuni indagati, vi sia stato un difetto di comunicazione: in particolare nel caso del legale di Pier Silvio Berlusconi, Filippo Dinacci, la notifica è avvenuta irregolarmente via fax. Tre settimane di tempo, sino al 28 marzo, giorno in cui è stata fissata la prossima udienza e che coincide con l'avvio nell'aula della Camera del processo breve. Entro quella data la cancelleria dell'ufficio gip presieduto da Gabriella Manfrin dovrà effettuare nuovamente la notifica.
Il calendario di udienze in cui il premier Berlusconi è chiamato a rispondere è fitto. La vicenda Mediaset diritti tv (di cui la vicenda Mediatrade rappresenta uno stralcio) riprenderà l'11 aprile ma le difese dovranno depositare nuove liste di testimoni entro il 31 marzo. Mentre il 6 aprile prossimo inizierà il processo con il rito immediato per la vicenda «Ruby», nella quale Berlusconi è imputato per concussione e prostituzione minorile. Slitta intanto di alcuni giorni la notifica a Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede dell'avviso di chiusura delle indagini a loro carico, il cosiddetto 415 bis.
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