Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2011 alle ore 16:24.
Walter Veltroni è tornato a intervenire sulla drammatica situazione in Libia con un post su Facebook: «Perché nessuno - scrive - scende in piazza al fianco dei patrioti libici? Perché era così facile mobilitare giustamente milioni di persone contro Bush e gli americani per la guerra in Iraq e nessuno prova a riempire le piazze contro il dittatore Gheddafi? Oltre ad un piccolo sit in del pd a Roma e ad uno delle associazioni, solo silenzio. Anche le coscienze di
tutti noi sono rifluite dal mondo al "nostro giardino"?».
Gli arabi si battono per la democrazia? Noi stiamo a guardare (di Gianni Riotta)
Prosegue l'offensiva del Colonnello. Denunciato l'uso di scudi umani
Quote libiche: Italia pronta al blocco. Frattini: sì a tutte le sanzioni decisa da Onu e Ue
«Cedere all'egoismo e lasciare soli coloro che si battono, forse in modo confuso e contraddittorio, per la libertà - prosegue - non è da noi. Perchè i partiti democratici, i sindacati, le associazioni di massa non promuovono una grande manifestazione e una campagna di solidarietà? Il destino di quella parte del mondo, lo ripeto, dipenderà anche dal grado di vicinanza che sapremo garantire a chi si batte contro le dittature. Se non ora quando?».
Intanto il Partito democratico chiede al governo e alla maggioranza di recidere i legami con i fondi libici che hanno compartecipazioni in numerose banche e aziende italiane. In una dichiarazione di Emanuele Fiano, presidente del forum Sicurezza del Pd, si legge infatti che «il governo e il mondo dell`economia privata italiana dovrebbero interrompere qualsiasi tipo di rapporto con le partecipazioni di Gheddafi nelle imprese italiane, compresa ovviamente la Quinta Communication compartecipata dal presidente del Consiglio».
«Di fronte alle stragi che gli uomini fedeli al dittatore di Tripoli stanno perpetrando nei confronti del loro popolo - insiste il parlamentare del Pd - nessuna connivenza dell'Occidente può più essere perdonata, soprattutto se riguarda personalmente le aziende del capo del governo. Anche se non è chiaro come ora sia possibile aiutare gli insorti fattivamente, tutti noi occidentali dovremmo far sentire la nostra voce manifestando a favore della loro lotta». Stessi toni anche in un comunicato di Matteo Orfini, membro della segreteria del Pd e responsabile Cultura e Informazione del partico.
«La vicenda degli incroci proprietari tra società del presidente del Consiglio e società partecipate da fondi di stati esteri - scrive nel documento - è già in sé qualcosa che chiarisce quanto il rischio di conflitto di interessi sia reale anche nella gestione della politica estera del nostro paese. Ma ancor di più, in una situazione drammatica come quella che stiamo vivendo, è indispensabile che il premier recida ogni legame con il fondo sovrano libico. Se nel Pdl fosse ancora rimasto qualche liberale - conclude Orfini - sarebbero proprio i compagni di partito di Berlusconi a chiederlo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA